SPECULAZIONI ELETTORALI A DANNO DELLA ELETTRIFICAZIONE

Pubblichiamo il comunicati stampa del Comitato LA VALLE D’AOSTA RIPARTE, di cui siamo componenti, sulla vicenda dell’opposizione del Comune di Ivrea al progetto di elettrificazione della ferrovia.

E’ legittimo che ci siano dei cittadini ad Ivrea che si preoccupano per i disagi sulla circolazione stradale che deriverebbero dai cantieri per l’elettrifcazione del tratto ferroviario in galleria in uscita dalla città. E’ di conseguenza comprensibile che in Consiglio comunale di Ivrea lo scorso 1° agosto tutti i gruppi consiliari, dalla Lega ed il centrodestra che esprime il Sindaco alla minoranza del Pd e del M5Stelle, si siano espressi per ricercare possibili alternative all’ampliamento della galleria o comunque di limitare il disagio ed i tempi dei cantieri.

Quello che non è accettabile è che il Sindaco di Ivrea, accompagnato da parlamentari del Pd, vada al Ministero delle Infrastrutture a proporre di non elettrificare il tratto di un chilometro in galleria. E’ una proposta assurda, si elettrificherebbero 79 chilometri, ma non il chilometro in uscita dalla città con la conseguenza di dover usare da Ivrea ad Aosta treni costruiti appositamente e non l’intero complesso dei treni che circolano sulla rete nazionale. Non si possono usare 110 milioni di euro di finanziamenti europei per un simile aborto. Non si può mettere in discussione un progetto di grande valenza strategica per strizzare l’occhio ad un pugno di elettori.

Giusto ridurre i tempi dei cantieri che possono produrre disagi sulla viabilità, giusto prevedere alcune compensazioni per la città di Ivrea. Ma l’elettrificazione va realizzata per tutti gli 80 chilometri del percorso. Altrimenti non si potrà considerare una linea elettrificata

Oltretutto quella del Sindaco e di chi lo ha accompagnato a Roma è una proposta dannosa anche per l’utenza canavesana, perchè significherebbe non poter far viaggiare da Aosta a Torino treni elettrici capienti in grado di servire tutta l’utenza ferroviaria, anche quella canavesana, una utenza in crescita che ha bisogno di un buon servizio e non di treni particolari, con batterie a bordo, costosi, limitati nel numero e poco capienti.

E’ ora che la Regione Valle d’Aosta dia un segnale di vita e faccia sentire la voce della comunità valdostana. Ivrea è collegata con la rete della trazione elettrica dal 2006, per la Valle d’Aosta questa è l’occasione buona o sarà per sempre destinata alla marginalità rispetto all’intera rete ferroviaria italiana.

Carovana dei Ghiacciai 2022 il comunicato nazionale

Al via la terza edizione della campagna di Legambiente con la collaborazione del Comitato Glaciologico Italiano per monitorare la drammatica regressione dei ghiacciai a causa della crisi climatica 

Ghiacciai alpini si riducono a ritmo inimmaginabile, più di 200 già scomparsi 

Dal 17 agosto al 3 settembre, un viaggio in 5 tappe dalla Valle d’Aosta fino al Friuli-Venezia Giulia percorrendo tutto l’arco alpino: dai ghiacciai Miage e Pré de Bar a quelli del Monte Rosa, dal ghiacciaio dei Forni e di Montasio fino al ghiacciaio della Marmolada  

Ghiacciai fragili e sempre più a rischio per effetto della crisi climatica. Siccità, ondate di calore senza precedenti, temperature record e assenza di neve: tutte facce della stessa inarrestabile emergenza che minaccia lo stato di salute del nostro arco alpino. Infatti, a causa del riscaldamento globale, i ghiacciai alpini si stanno riducendo ad un ritmo inimmaginabile anche dagli esperti, più di 200 sono già scomparsi da fine Ottocento, lasciando il posto a detriti e rocce.  

Al via la terza edizione di Carovana dei Ghiacciai, la campagna itinerante promossa da Legambiente nell’ambito della campagna ChangeClimateChange, con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano, con partner sostenitori Sammontana e FRoSTA e partner tecnico Ephoto. Un viaggio in cinque tappe, dal 17 agosto al 3 settembre, che monitorerà lo stato di salute di una decina di ghiacciai alpini, di questi gran parte già sotto la lente d’ingrandimento dell’edizione 2020 della campagna. Si partirà dai ghiacciai del Monte Bianco del Miage e Pré de Bar (Valle D’Aosta) dal 17 al 19 agosto, proseguendo poi con i ghiacciai del Monte Rosa di Indren (Piemonte) dal 20 al 22 agosto e ancora l’himalayano ghiacciaio dei Forni (Lombardia), dal 23 al 26 agosto; il ghiacciaio della Marmolada (Veneto –Trentino) dal 27 al 31 agosto e per finire con il ghiacciaio del Montasio (Friuli-Venezia Giulia) dal 1° al 3 settembre. In ogni tappa monitoraggi, escursioni, conferenze stampa, momenti di arte e musica dedicati ai ghiacciai, per riflettere su un futuro sostenibile delle nostre montagne e del pianeta, spingendo decisori politici verso scelte lungimiranti e le persone verso stili di vita più sobri. Ad essere coinvolti nella campagna testimonial d’eccezione come Enrico Camanni (scrittore, giornalista e alpinista), Steve Della Casa (critico cinematografico e direttore artistico), Tessa Gelisio (conduttrice televisiva, blogger e imprenditrice), Martin Mayes (musicista eclettico), Nives Meroi e Romano Benet (alpinisti) e Isabella Morlini (tre volte campionessa mondiale di racchette da neve).  

“A poco più di un mese dalla tragedia della Marmolada – dichiara Giorgio Zampetti, direttore nazionale Legambiente – torniamo a richiamare l’attenzione sull’emergenza climatica, ormai inarrestabile, che compromette lo stato di salute di tutto il nostro arco alpino. Incendi, siccità, ondate di calore, eventi estremi sempre più frequenti, temperature record: non c’è più tempo per le nostre montagne, che ci lanciano un SOS forte e chiaro. Con la terza edizione di Carovana dei ghiacciai vogliamo tornare a fornire dati ed elementi concreti per chiedere al governo italiano di spingere l’acceleratore per arrivare a emissioni di gas a effetto serra nette pari a zero nel 2040, in coerenza con l’Accordo di Parigi (COP 21), e di dotarsi di un piano di adattamento al clima per tutelare i territori e le comunità. A partire dalle aree più colpite, come le Alpi”. 

“Un viaggio di tre settimane – aggiunge Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e coordinatrice della campagna – per raccontare in tempo reale non di un futuro probabile, ma della crisi climatica che oggi viviamo, di cui la montagna è la sentinella principale. L’impensabile emorragia dei ghiacciai a cui assistiamo non è che una spia, infatti, di fenomeni che si stanno verificando su scala molto più vasta e che richiedono soluzioni coraggiose. La decisione di ritornare su molti dei ghiacciai visitati due anni fa non è casuale: abbiamo seri motivi per credere che la situazione sia peggiorata al di là di ogni razionale previsione”. 

L’alta quota che cambia: Nelle Alpi le temperature stanno crescendo a una velocità doppia rispetto alla media globale. L’atmosfera, soprattutto al di sopra dei 3.500 metri di quota, è in totale disequilibrio: si pensi che, a fine luglio, lo zero termico è stato registrato da MeteoSvizzera sulle Alpi svizzere a 5184 metri. Un dato senza precedenti. In aggiunta gli effetti dell’inverno 2021/2022, estremamente mite e siccitoso in tutto l’arco alpino italiano (in molte aree si è superata la soglia dei 100 giorni senza pioggia). Senza contare che, la neve al suolo, negli ultimi dieci anni ha subito un costante decremento lasciando sempre più spazio ad aride sterpaglie; in primavera l’innevamento è stato prossimo ai minimi storici tanto che, molti nivometri, già a maggio sono arrivati a zero. Effetti destinati a segnare sempre più profondamente gli ecosistemi delicati di montagna, con ripercussioni importanti anche in pianura. 

“I dati scientifici indicano che il riscaldamento climatico sta producendo effetti ambientali sempre più rapidi ed evidenti nelle Alpi. – dichiara Marco Giardino, vicepresidente del Comitato Glaciologico Italiano – A soli 2 anni di distanza dalla prima edizione della Carovana, potremo verificare direttamente gli impressionanti cambiamenti nel frattempo avvenuti su alcuni ghiacciai-campione; il confronto con i preziosi dati storici che il Comitato Glaciologico Italiano raccoglie dal 1914 nelle campagne glaciologiche annuali ci permetterà di comprendere le modalità del cambiamento e di valutare quali siano le possibilità di risposta, in termini di mitigazione e adattamento”. 

Valle D’Aosta, la prima tappa: Il viaggio di Carovana dei Ghiacciai 2022 parte dai Ghiacciai del Miage e Pré de Bar (Monte Bianco), rispettivamente mercoledì 17 e giovedì 18 agosto. Due giornate dedicate all’escursione e osservazione delle morfologie glaciali e delle recenti variazioni ambientali, ma anche a riflessioni su cambiamenti climatici e bisogni di adattamento; nella prima giornata a cura di Walter Alberto, Marco Giardino (Comitato Glaciologico Italiano) e Edoardo Cremonese (Arpa Valle d’Aosta) e nella seconda giornata a cura di Philip Deline ed Elena Motta, Comitato Glaciologico Italiano. A seguire il solenne saluto al ghiacciaio, omaggio alla bellezza e al silenzioso lavoro e prezioso servizio che questi svolgono, nella prima giornata con l’autore Enrico Camanni e nella seconda con il Valerio Zanchetti, suonatore di cornamusa. La tappa si concluderà venerdì 19 agosto con la conferenza stampa ad Aosta presso l’Hôtel des Etats alle ore 10 (per la partecipazione si prega di iscriversi a questo link). 

In soccorso dei giganti bianchi: Fare di tutto per contrastare la crisi climatica è un dono che facciamo alle future generazioni, che erediteranno gli effetti delle nostre scelte. Per sostenere le attività di Legambiente sui cambiamenti climatici visita la pagina sostieni.legambiente.it/carovana-ghiacciai. Con un piccolo contributo sosterrai la campagna itinerante Carovana dei Ghiacciai, le attività dell’Osservatorio sull’impatto dei mutamenti climatici e le mobilitazioni contro la crisi climatica e i nemici del clima per ottenere cambiamenti concreti dalle istituzioni. 

CAROVANA DEI GHIACCIAI 2022: SI RIPARTE DALLA VALLE D’AOSTA! DUE GIORNI DI INIZIATIVE APERTE A TUTTI, ALLA SCOPERTA DEI NOSTRI GIGANTI FRAGILI

Riparte la Carovana dei Ghiacciai, la campagna agostana di Legambiente che ogni anno, in collaborazione con il Comitato Glaciologico Italiano, monitora lo stato di arretramento dei ghiacciai alpini e compie una importante opera di sensibilizzazione e divulgazione scientifica suil’importanza di questi giganti, ora minacciati dal cambiamento climatico. Invitiamo tutti a partecipare alla prima tappa della Carovana, che partirà dalla Valle d’Aosta, con l’osservazione del ghiacciaio del Miage in val Vény (17 agosto) e di quello del Pré de Bard in val Ferret.(18 agosto).

I percorsi non presentano difficoltà particolari, il pranzo è al sacco a carico dei partecipanti.

Le iniziative sono totalmente gratuite, e sufficiente iscriversi seguendo le indicazioni della locandina.

Clicca qui:

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UN PROBLEMA IMPORTANTE PER LA COMUNITA’ VALDOSTANA : la caccia ai relitti artici

Comunicato stampa congiunto del Comitato Interregionale Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta e del Circolo valdostano

L’odierna seduta del Consiglio regionale valdostano vedrà la discussione di una mozione della Lega che affronta un angosciante problema per la comunità locale.

Forse che gli otto consiglieri leghisti firmatari portano all’attenzione dell’aula il tema dei cambiamenti climatici, il contrasto alla siccità o lo scioglimento dei ghiacciai, la lotta al covid o gli effetti della guerra, il caro energia o la crisi economica e del lavoro? Magari!

Il loro problema è rivedere la sospensione della caccia alla pernice bianca e alla lepre variabile in vista del prossimo calendario faunistico venatorio regionale. Una sospensione attivata nel 2019, è interessante ricordarlo, per consentire uno studio scientifico circa lo stato di salute delle due specie in termini numerici ed ecologici.

Per chi non lo sa, fino a che la caccia a questi due relitti artici è rimasta aperta, venivano prelevati in Valle d’Aosta mediamente una decina di capi all’anno, meno dei tetti (già molto bassi) concessi, proprio a ragione dell’esiguo numero di animali residui.

Lepre variabile e pernice bianca sono tra le specie più sensibili al cambiamento climatico, dovrebbero essere difese a priori e men che meno dovrebbero essere un’occasione di svago per pochi cacciatori (una cinquantina) che ancora anacronisticamente dedicano a questi animali le proprie attenzioni venatorie.

Legambiente auspica che le forze politiche abbiano, su questa proposta, un atteggiamento severo.

VERDE PUBBLICO : un patrimonio di tutti, ma poco considerato.

Siamo di nuovo a parlare di verde pubblico e di alberi in relazione al nostro capoluogo regionale, Aosta.

Sgomberiamo subito il campo da dubbi: il verde è importantissimo per le città ma siamo consapevoli che la gestione degli alberi si porti dietro oneri per le amministrazioni pubbliche non trascurabili. Quindi non vogliamo sottovalutare i problemi e le difficoltà che una corretta gestione del verde pubblico comporta. Tuttavia come associazione riceviamo da parte di cittadini molte lamentele che vanno dal decoro delle aiuole fino al disagio per gli abbattimenti di piante anche di valore.

E’ notizia di pochi giorni fa il taglio di un altro dei maestosi cedri dell’area ex Testafochi dovuto, a quanto si legge da una nota del Comune, ad un errato intervento di una ditta all’opera per la creazione della pista ciclabile, con taglio delle radici e conseguente necessità di abbattimento per scongiurare il rischio di instabilità della pianta.

Come Legambiente, nell’estate più calda che a memoria ricordiamo, osserviamo la necessità di avere alberi con chiome atte a diminuire le bolle di calore in una città sempre più cementificata. Facciamo presente gli enormi vantaggi ecosistemici di cui gli alberi sono portatori, oltre al loro valore estetico e depurativo per l’aria, e rimarchiamo come da tanti anni le piante siano state vissute dalle amministrazioni che si sono succedute come un problema anziché una risorsa.

Ricordiamo però che il Sindaco Nuti in campagna elettorale ha molto puntato la propria comunicazione sul tema degli alberi, cosa che ha destato in noi grandi aspettative.

Vorremmo di conseguenza che venisse data più dignità al settore del verde pubblico, riservandogli le energie necessarie (economiche, dirigenziali e operative) idonee finalmente a costruire una rinascita green della città, partendo proprio con la sostituzione degli alberi abbattuti in questi anni e proseguendo con una progettazione di riqualificazione generale del verde, prevedendo piante idonee alla crescita in contesto urbano (ma che siano piante vere, non cespugli!) secondo le migliori tecniche botaniche.

Vorremmo che fosse ripresa e applicata la legge nazionale del 1992 che richiede ai Comuni di mettere a dimora un albero per ogni neonato, non fosse altro che per il suo significato simbolico.

Vorremmo che la creazione delle agognate piste ciclabili non fosse l’occasione per nuovi tagli ma piuttosto per la riduzione dei volumi di traffico veicolare in città.

Vorremmo infine che Aosta accogliesse i suoi turisti, e coccolasse i suoi abitanti, con più verde urbano: il panorama intorno alla città, fatto di boschi e montagne, ci gratifica ma non è sufficiente.

Chiediamo al Sindaco, che parlava di 5000 nuovi alberi entro fine legislatura, di iniziare a dare dei segnali in tal senso. E’ un obiettivo raggiungibile, ma ci deve essere volontà politica. Chiediamo quindi una inversione di marcia rispetto alle consiliature precedenti non a parole ma con atti coraggiosi misurabili.

Anticipiamo fin d’ora la richiesta di un confronto sul tema al termine della pausa estiva.