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Processo per la moria di pesci nel torrente Messuère a Brusson.

La Regione messa in secca e beffata

Ancora una volta un torrente prosciugato e ancora una volta nessuno paga

Si è svolta martedì 16 marzo scorso l’ultima udienza del processo contro la società idroelettrica “Messuère Energie s.r.l.”, accusata di aver lasciato in secca il torrente Messuère nell’agosto del 2019 e di aver, in questo modo, provocato la morte di una sessantina di trote.

L’imputato, l’ing. Alberto Arditi, è stato assolto. E’ il terzo processo che Arditi affronta con l’accusa di aver prelevato più acqua del dovuto a servizio delle sue centraline e per non aver rilasciato nei torrenti il Deflusso Minimo Vitale e, per la terza volta, è stato assolto.

La Forestale ha eseguito negli anni una serie di controlli e nel 2019, sulla base di riscontri tecnici e fotografici, aveva sporto la denuncia per distruzione e deturpamento di bellezze naturali; la Procura aveva quindi chiesto l’emissione di un decreto di condanna a 6000 euro di multa, a cui Arditi si è opposto.

Simili controlli sono stati condotti su altre centrali; analoghe sanzioni sono state comminate. Ma le imprese rifiutano di pagare le sanzioni, benché il loro importo sia risibile a fronte dei loro utili.

Così la società ALGA di Luigi Berger ha presentato ricorso al tribunale di Aosta per evitare di pagare una sanzione di 9000 euro dovuta al fatto di non aver rispettato le portate concessionate durante una decina di anni. Il processo, dopo più di 3 anni di udienze andate a vuoto, viene ora dichiarato “sospeso”.

Finiscono così nel limbo anche le altre 163 sanzioni, elevate dalla Regione a diversi concessionari di acque pubbliche dal 2014 ad oggi per la stessa motivazione e mai riscosse.

Nessuno ha pagato o pagherà per i danni provocati ai nostri torrenti.

Eppure i privati, concessionari di centraline, ogni volta che prelevano più acqua di quanto permesso, incassano milioni e milioni di euro in più di incentivi (incentivi che siamo noi tutti a pagare con le nostre bollette!).

Alla Regione restano i danni e la beffa di non riuscire a tutelare le proprie risorse.

E’ evidente ormai che non è per via giudiziaria che può essere garantito il rispetto delle nostre risorse. La politica deve dunque fare la sua parte.

Chiediamo quindi alla Regione, che ha piena competenza sulle proprie acque, di fare una legge per regolamentare la materia e far cessare questi abusi prima che tutti i nostri torrenti vengano lasciati a secco (e prima che anche la fiducia dei cittadini nella politica resti a secco).

BASTA PROCLAMI E FACILI SCORCIATOIE. LA QUESTIONE LUPO VA AFFRONTATA CON RAZIONALITA’ ED EQUILIBRIO!

Recentemente, a seguito di avvistamenti di esemplari del predatore nei pressi dei centri abitati, la questione lupo é tornata al centro del pubblico dibattito.

In occasione della riunione del Tavolo Tecnico sul Lupo svoltasi giovedì 4 Febbraio, alla quale Legambiente ha partecipato insieme agli altri attori coinvolti sul tema, sono stati illustrati i dati sulla presenza del lupo in Valle d’Aosta, sui danni al settore dell’allevamento ed i relativi rimborsi in fase di erogazione.

All’interno del progetto Wolfalps, la Regione sta organizzando con convinzione la creazione di squadre di tecnici volte a sostenere il settore della zootecnia sia per l’attuazione delle migliori misure di prevenzione, con attenzione alle particolarità delle singole situazioni, sia per la quantificazione dei danni in caso di attacco, ai fini di rimborso e per l’individuazione e il superamento dei punti di criticità.

La novità è che, nel corso del Tavolo Tecnico, è stata accertata nel 2020 una diminuzione di atti predatori ai danni delle specie allevate rispetto ai due anni precedenti.

Plaudiamo, quindi, al proseguimento del percorso iniziato, ma rimaniamo severamente critici sulle iniziative annunciate da singoli esponenti politici al solo scopo di raccogliere un facile consenso elettorale con fantomatiche proposte di legge che illudono gli allevatori attraverso pronte soluzioni (come l’abbattimento), cercando di aggirare le leggi nazionali ed internazionali che obbligano gli enti territoriali al rispetto di protocolli superabili solo a seguito di conclamato pericolo causato da singoli esemplari.

Anzi, lanciamo una proposta all’Assessore: ora che é disponibile un primo censimento sommario (e diversamente non potrebbe essere, data l’elusività e la grande mobilità del lupo) della presenza del predatore, chiediamo che si inizi una rilevazione che metta a confronto il numero di ungulati censiti con il numero supposto di predatori presenti in Valle, e che questo dato sia inserito ed influisca nei piani faunistico-venatori di ogni anno. In questo modo, infatti, sarebbe possibile verificare se il calo delle predazioni del lupo può essere legato ad una maggiore disponibilità di prede selvatiche.

Non é nostra intenzione minimizzare i timori dei cittadini, ma siamo convinti della necessità che l’affrontare la questione lupo passi da una corretta ed ampia informazione e formazione che coinvolga cittadini e allevatori riguardo le norme da seguire per proteggere se stessi ed i propri beni, rispettando l’ecosistema in cui noi tutti viviamo.

Appello alla Corte dei Conti

La Regione dal 2014 non riscuote le sanzioni per gli illeciti prelievi di acqua operati a scopo idroelettrico.

Nei giorni scorsi Legambiente, anche a nome di altre associazioni ambientaliste che hanno condiviso l’impegno per l’aggiornamento del PTA, Piano di Tutela delle Acque, ha presentato un esposto alla Corte dei Conti della Regione.

Quantificate i danni all’economia e all’ambiente della Valle d’Aosta – questo è l’appello di Denis Buttol, Presidente del Circolo ambientalista, rivolto ai Giudici contabili – e chiedete l’incasso dei milioni dovuti, prima che le sanzioni cadano in prescrizione”.

Il tema, su cui si chiede alla Corte di fare chiarezza, individuando anche eventuali responsabilità amministrative e politiche, riguarda la mancata riscossione delle sanzioni per gli illeciti che la Regione ha rilevato nei confronti delle imprese dell’idroelettrico e di cui non ha mai sollecitato il pagamento.

Ne è prova un elenco di 163 violazioni accertate dal Corpo Forestale nel periodo tra il 2014 e il 2019 che risultano a tutt’oggi “in istruttoria”.

Il danno economico non è quantificato, ma si può ipotizzare che ogni sanzione “valga” decine di migliaia di euro, per un totale che potrebbe ammontare a qualche milione di euro.

Ancor meno quantificabile è il danno che è stato arrecato ai torrenti della regione che, talvolta per mesi, talvolta per anni, sono stati privati delle loro acque. Un corso d’acqua lasciato a secco corrisponde ad un ecosistema acquatico distrutto, che difficilmente si ricostituirà.

Un danno enorme per il nostro sistema naturale, per il paesaggio e per l’economia turistica.

Legambiente querelata perchè… difende l’ambiente (!)

Siamo sorpresi e incuriositi per la querela voltaci dai legali della Staffal Energy, la società che ha rilevato il progetto per la costruzione di una centrale idroelettrica a Cortlys nell’alta valle di Gressoney, di cui veniamo a conoscenza a mezzo stampa.

Motivo della querela a Legambiente e al Comitato per la Salvaguardia dell’Alpe Cortlys, da quanto riportato dall’edizione locale de La Stampa, sembra essere il fatto di aver scritto “numerose e gravi imprecisioni” in un comunicato pubblicato a inizio settembre che annunciava il deposito di un esposto alla Procura della Repubblica di Aosta.

Siamo sorpresi, perché nel comunicato evidenziavamo semplicemente delle, a nostro avviso, anomalie nel procedimento amministrativo riguardante il progetto di devastazione delle sorgenti del Lys; né il nostro comunicato né il nostro esposto erano rivolti alla Staffal Energy e tanto meno all’ing. Arditi.

Ma siamo anche incuriositi di capire perché i legali di una società privata si siano sentiti in dovere di rivolgersi ad un tribunale e agli organi di informazione per difendere non se stessi ma i responsabili del procedimento amministrativo: infatti, nella nota dei legali – sempre da La Stampa – si precisa che “contrariamente a quanto sostenuto dai firmatari, l’autorità regionale ha gestito la procedura nel totale rispetto delle disposizioni di legge”.

VERDE E ALBERI COME BENE COMUNE DEGLI AOSTANI AL NUOVO CONSIGLIO COMUNALE CHIEDIAMO IMPEGNI CONCRETI E VERIFICABILI

Mentre si chiudeva il capitolo elettorale e terminava lo spoglio dei voti, in via Giorgio Elter ad Aosta iniziava a consumarsi un nuovo taglio di alberi, tigli che rendevano il quartiere Cogne più zona polmone che non periferia.

Il motivo del taglio è che all’interno del progetto di nuovo collegamento stradale su via Saint Martin è prevista la costruzione di una pista ciclabile: un’ottima cosa sicuramente, ma a farne le spese sono di nuovo le alberate cittadine.

Abbiamo molto apprezzato l’attenzione dedicata al verde urbano nei programmi di entrambi i contendenti alla fusciacca del capoluogo – dichiara Denis Buttol, presidente del locale Circolo di Legambiente – segno che finalmente il verde è visto non come un problema ma quale rimedio ai cambiamenti climatici, oasi di frescura nelle calure estive e segno di vita in mezzo al grigio asfalto: verde che fa bene allo spirito e alla salute di chi abita in città. Su questo tema ci aspettiamo quindi una risposta da parte del neo Sindaco Gianni Nuti che trovi sponda anche nel capogruppo di minoranza Giovanni Girardini”.

Legambiente ricorda che a livello nazionale il 21 novembre è la “Festa dell’albero”. In questi ultimi anni Aosta si è invece contraddistinta per aver fatto la “festa” agli alberi. Sarebbe quindi un bel segnale per la cittadinanza cogliere l’occasione per un cambio di rotta iniziando a piantumare nuovi alberi.