Introdotte da Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente, il Circolo valdostano presenterà sabato 3 dicembre pomeriggio le testimonianze dirette di soggetti che vivono in prima persona gli effetti di un uso poco corretto delle acque.
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Blitz di pulizia alla Torre del Lebbroso ad Aosta. I rifiuti giacevano abbandonati da mesi.
Dietro segnalazione di abitanti del quartiere, che lamentavano l’accumulo di rifiuti sulla scalinata d’accesso al piano inferiore della Torre del Lebbroso, abbiamo fatto presente la criticità al Comune, che ci ha comunicato di avere girato la segnalazione alla Soprintendenza ai Beni Culturali, cui compete la cura e pulizia dei siti.
Ma le settimane sono passate inutilmente e abbiamo così deciso di occuparci in prima persona della risoluzione del problema. D’altra parte, cercando informazioni su internet, ci siamo imbattuti in un articolo di inizio settembre che riportava una foto sul degrado del luogo perfettamente sovrapponibile a quello da noi riscontrato a distanza di mesi.
La Soprintendenza ai beni culturali opera con scrupolo per la valorizzazione e conservazione delle bellezze della nostra regione, lo vediamo in tante iniziative di promozione del nostro patrimonio storico. Riteniamo quindi possibile che ogni tanto perda dei pezzi, anche se il luogo da noi pulito non era sul retro del monumento ma proprio sulla centrale via Festaz.
Osserviamo altri luoghi oggetto di disattenzione: ad esempio, sempre nel capoluogo, la Tour du Pailleron, visibile tra l’altro da tutti i turisti che arrivano dalle stazioni ferroviaria e dei pullman, con le aperture chiuse da pannelli di compensato e circondata da reti di plastica arancione da cantiere, con cartelli che recitano “edificio pericolante”; forse non il modo migliore di valorizzare un importante monumento.
L’azione di oggi dei volontari di Legambiente intende essere uno stimolo a ricercare sempre la bellezza nei luoghi in cui viviamo, bellezza di cui, fortunatamente, siamo ricchi.
CIME BIAnche :sabato 10 settembre in val d’ayas si chiude la raccolta firme contro il progetto di collegamento intervallivo
Si chiuderà sabato 10 settembre prossimo in Val d’ayas la raccolta firme a sostegno della petizione che verrà presentata alla Regione Autonoma Valle d’Aosta per impedire lo scempio del progettato collegamento intervallivo nel Vallone delle Cime Bianche. Sono previsti due eventi di chiusura, arricchiti da momenti di riflessione. L’iniziativa è pubblica..Per partecipare, trovate info e dettagli della giornata qui:
idroelettrico: presentate le osservazioni al progetto della centrale hone 2
La centrale di Hone della CVA risale al 1918/24 e utilizza le acque della valle di Champorcher: i torrenti Ayasse, Brenve Mandaz e Fons, oltre ai laghi di alta quota Miserin e Vercoche. Le acque sono oggi convogliate in un canale all’aperto che finisce in una vasca di carico a monte di Hone e, da qui, il salto.
La CVA ha deciso di potenziare l’impianto di Hone ed ha presentato alla Valutazione Ambientale un primo progetto nell’ottobre 2021. Il progetto prevede di far passare la condotta in una galleria sotterranea di circa 10 km. e ipotizza di raddoppiare la produzione, aumentando la quantità di acqua derivata e, in parte, il salto.
Dopo una prima Conferenza dei Servizi il procedimento è stato sospeso e quindi, sulla base delle osservazioni pervenute, il progetto è stato leggermente modificato.
In particolare è stata modificata la pista di accesso alla presa di Outrel’eve, che era decisamente impattante, inoltre è stata esclusa dalle derivazioni la presa sul torrente Mandaz. Questa era una precisa richiesta di Legambiente in quanto il torrente Mandaz, di qualità elevata, scorre in un ambiente assolutamente naturale e di pregio.
In relazione a quest’ultimo progetto abbiamo presentato delle ulteriori osservazioni con le quali sostanzialmente chiediamo di ridurre la quantità di acqua da prelevare dal torrente Ayasse, in modo da modernizzare e potenziare la centrale, mantenendo però una pressione sui corsi d’acqua interessati compatibile con gli altri utilizzi e con la qualità dell’ambiente di una vallata, quella di Champorcher, di notevole interesse ambientale e turistico.
Per leggere il testo integrale delle osservazioni, clicca qui:
Carovana dei Ghiacciai 2022 il comunicato nazionale
Al via la terza edizione della campagna di Legambiente con la collaborazione del Comitato Glaciologico Italiano per monitorare la drammatica regressione dei ghiacciai a causa della crisi climatica
Ghiacciai alpini si riducono a ritmo inimmaginabile, più di 200 già scomparsi
Dal 17 agosto al 3 settembre, un viaggio in 5 tappe dalla Valle d’Aosta fino al Friuli-Venezia Giulia percorrendo tutto l’arco alpino: dai ghiacciai Miage e Pré de Bar a quelli del Monte Rosa, dal ghiacciaio dei Forni e di Montasio fino al ghiacciaio della Marmolada
Ghiacciai fragili e sempre più a rischio per effetto della crisi climatica. Siccità, ondate di calore senza precedenti, temperature record e assenza di neve: tutte facce della stessa inarrestabile emergenza che minaccia lo stato di salute del nostro arco alpino. Infatti, a causa del riscaldamento globale, i ghiacciai alpini si stanno riducendo ad un ritmo inimmaginabile anche dagli esperti, più di 200 sono già scomparsi da fine Ottocento, lasciando il posto a detriti e rocce.
Al via la terza edizione di Carovana dei Ghiacciai, la campagna itinerante promossa da Legambiente nell’ambito della campagna ChangeClimateChange, con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano, con partner sostenitori Sammontana e FRoSTA e partner tecnico Ephoto. Un viaggio in cinque tappe, dal 17 agosto al 3 settembre, che monitorerà lo stato di salute di una decina di ghiacciai alpini, di questi gran parte già sotto la lente d’ingrandimento dell’edizione 2020 della campagna. Si partirà dai ghiacciai del Monte Bianco del Miage e Pré de Bar (Valle D’Aosta) dal 17 al 19 agosto, proseguendo poi con i ghiacciai del Monte Rosa di Indren (Piemonte) dal 20 al 22 agosto e ancora l’himalayano ghiacciaio dei Forni (Lombardia), dal 23 al 26 agosto; il ghiacciaio della Marmolada (Veneto –Trentino) dal 27 al 31 agosto e per finire con il ghiacciaio del Montasio (Friuli-Venezia Giulia) dal 1° al 3 settembre. In ogni tappa monitoraggi, escursioni, conferenze stampa, momenti di arte e musica dedicati ai ghiacciai, per riflettere su un futuro sostenibile delle nostre montagne e del pianeta, spingendo decisori politici verso scelte lungimiranti e le persone verso stili di vita più sobri. Ad essere coinvolti nella campagna testimonial d’eccezione come Enrico Camanni (scrittore, giornalista e alpinista), Steve Della Casa (critico cinematografico e direttore artistico), Tessa Gelisio (conduttrice televisiva, blogger e imprenditrice), Martin Mayes (musicista eclettico), Nives Meroi e Romano Benet (alpinisti) e Isabella Morlini (tre volte campionessa mondiale di racchette da neve).
“A poco più di un mese dalla tragedia della Marmolada – dichiara Giorgio Zampetti, direttore nazionale Legambiente – torniamo a richiamare l’attenzione sull’emergenza climatica, ormai inarrestabile, che compromette lo stato di salute di tutto il nostro arco alpino. Incendi, siccità, ondate di calore, eventi estremi sempre più frequenti, temperature record: non c’è più tempo per le nostre montagne, che ci lanciano un SOS forte e chiaro. Con la terza edizione di Carovana dei ghiacciai vogliamo tornare a fornire dati ed elementi concreti per chiedere al governo italiano di spingere l’acceleratore per arrivare a emissioni di gas a effetto serra nette pari a zero nel 2040, in coerenza con l’Accordo di Parigi (COP 21), e di dotarsi di un piano di adattamento al clima per tutelare i territori e le comunità. A partire dalle aree più colpite, come le Alpi”.
“Un viaggio di tre settimane – aggiunge Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e coordinatrice della campagna – per raccontare in tempo reale non di un futuro probabile, ma della crisi climatica che oggi viviamo, di cui la montagna è la sentinella principale. L’impensabile emorragia dei ghiacciai a cui assistiamo non è che una spia, infatti, di fenomeni che si stanno verificando su scala molto più vasta e che richiedono soluzioni coraggiose. La decisione di ritornare su molti dei ghiacciai visitati due anni fa non è casuale: abbiamo seri motivi per credere che la situazione sia peggiorata al di là di ogni razionale previsione”.
L’alta quota che cambia: Nelle Alpi le temperature stanno crescendo a una velocità doppia rispetto alla media globale. L’atmosfera, soprattutto al di sopra dei 3.500 metri di quota, è in totale disequilibrio: si pensi che, a fine luglio, lo zero termico è stato registrato da MeteoSvizzera sulle Alpi svizzere a 5184 metri. Un dato senza precedenti. In aggiunta gli effetti dell’inverno 2021/2022, estremamente mite e siccitoso in tutto l’arco alpino italiano (in molte aree si è superata la soglia dei 100 giorni senza pioggia). Senza contare che, la neve al suolo, negli ultimi dieci anni ha subito un costante decremento lasciando sempre più spazio ad aride sterpaglie; in primavera l’innevamento è stato prossimo ai minimi storici tanto che, molti nivometri, già a maggio sono arrivati a zero. Effetti destinati a segnare sempre più profondamente gli ecosistemi delicati di montagna, con ripercussioni importanti anche in pianura.
“I dati scientifici indicano che il riscaldamento climatico sta producendo effetti ambientali sempre più rapidi ed evidenti nelle Alpi. – dichiara Marco Giardino, vicepresidente del Comitato Glaciologico Italiano – A soli 2 anni di distanza dalla prima edizione della Carovana, potremo verificare direttamente gli impressionanti cambiamenti nel frattempo avvenuti su alcuni ghiacciai-campione; il confronto con i preziosi dati storici che il Comitato Glaciologico Italiano raccoglie dal 1914 nelle campagne glaciologiche annuali ci permetterà di comprendere le modalità del cambiamento e di valutare quali siano le possibilità di risposta, in termini di mitigazione e adattamento”.
Valle D’Aosta, la prima tappa: Il viaggio di Carovana dei Ghiacciai 2022 parte dai Ghiacciai del Miage e Pré de Bar (Monte Bianco), rispettivamente mercoledì 17 e giovedì 18 agosto. Due giornate dedicate all’escursione e osservazione delle morfologie glaciali e delle recenti variazioni ambientali, ma anche a riflessioni su cambiamenti climatici e bisogni di adattamento; nella prima giornata a cura di Walter Alberto, Marco Giardino (Comitato Glaciologico Italiano) e Edoardo Cremonese (Arpa Valle d’Aosta) e nella seconda giornata a cura di Philip Deline ed Elena Motta, Comitato Glaciologico Italiano. A seguire il solenne saluto al ghiacciaio, omaggio alla bellezza e al silenzioso lavoro e prezioso servizio che questi svolgono, nella prima giornata con l’autore Enrico Camanni e nella seconda con il Valerio Zanchetti, suonatore di cornamusa. La tappa si concluderà venerdì 19 agosto con la conferenza stampa ad Aosta presso l’Hôtel des Etats alle ore 10 (per la partecipazione si prega di iscriversi a questo link).
In soccorso dei giganti bianchi: Fare di tutto per contrastare la crisi climatica è un dono che facciamo alle future generazioni, che erediteranno gli effetti delle nostre scelte. Per sostenere le attività di Legambiente sui cambiamenti climatici visita la pagina sostieni.legambiente.it/carovana-ghiacciai. Con un piccolo contributo sosterrai la campagna itinerante Carovana dei Ghiacciai, le attività dell’Osservatorio sull’impatto dei mutamenti climatici e le mobilitazioni contro la crisi climatica e i nemici del clima per ottenere cambiamenti concreti dalle istituzioni.