Pubbichiamo integralmente la lettera che abbiamo spedito ai 73 Sindaci dei Comuni Valdostani sul problema della processionaria.
Ai Sindaci della Valle d’Aosta
e p.c. Agli Organi di Informazione
Gentili Sindaci,
vi scriviamo in merito al problema dell’infestazione da processionaria del pino, che ha assunto proporzioni assai preoccupanti in Valle d’Aosta. Come associazione ambientalista, riteniamo opportuno rivolgerci a tutti gli amministratori del territorio, in quanto la presenza del bruco si sta estendendo sempre più, ed anche i Comuni per ora non interessati direttamente potrebbero esserlo in futuro. D’altronde il mutamento climatico in atto ha già esteso la presenza della processionaria ben oltre la quota dei 1000 metri, per cui anche i territori posti al di sopra di essa potrebbero essere in futuro interessati.
A fronte di una situazione in costante e rapido aggravamento, abbiamo pensato utile acquisire informazioni presso soci della nostra Associazione competenti in materia e presso l’Istituto
Zooprofilattico piemontese, e con la presente intendiamo, innanzitutto, condividerle con voi.
E’ emerso che, allo stato attuale di avanzamento dell’infestazione, nessuno dei metodi abitualmente impiegati per il contrasto alla processionaria del pino può essere risolutivo. Soltanto l’impiego congiunto delle diverse azioni possibili, attuate nei diversi periodi dell’anno, può portare ad una limitazione del problema. Le azioni da mettere in campo sarebbero quindi le seguenti: -in inverno, in presenza di temperature fredde, la raccolta dei nidi sugli alberi; -in primavera, o comunque al momento della discesa delle larve dagli alberi, la predisposizione di trappole (contenitori in plastica da mettere intorno agli alberi, per raccogliere almeno una parte dei bruchi); -nella tarda primavera, e inizio estate, predisposizione delle trappole ai ferormoni, per contenere il processo di riproduzione dell’insetto. – nei periodi indicati, (tarda estate inizio autunno) intervento di aspersione aerea dei boschi colpiti con il bacillus thurigensis. Quest’ultimo intervento va autorizzato dallo Stato. La richiesta deve essere fatta dagli Uffici regionali competenti e il procedimento autorizzativo richiede circa un anno. L’intervento, a detta degli esperti da noi contattati, potrebbe portare alla morte di circa il 70% delle larve, con un effetto di notevole diminuzione dell’infestazione. Da quanto sopra riportato, emerge con chiarezza che il fenomeno può essere contenuto soltanto con una azione sinergica tra i Comuni, l’Amministrazione Regionale e, ove possibile, i cittadini, che, sotto il coordinamento del proprio Comune e con l’apporto del Corpo Forestale, potrebbero, per esempio, posizionare le trappole, che possono essere anche autoprodotte. Noi siamo, comunque a disposizione per dare un apporto, secondo le possibilità di una associazione di volontari. In una fase di ristrettezza economica per le amministrazioni locali, va incoraggiato, a nostro avviso, l’impegno civico nella difesa e nella gestione dei territori. La collaborazione di tutti nella lotta alla processionaria, nei limiti di sicurezza richiesti dalla pericolosità di questo parassita, è auspicabile e da incoraggiare. Ribadiamo la disponibilità, già espressa pubblicamente, a partecipare a corvées comunali organizzate e ad altre iniziative che riterrete utili per il contenimento dell’infestazione. Vogliamo sottolineare, come già abbiamo fatto pubblicamente più volte, come il problema della processionaria rappresenti ormai un’emergenza per il nostro territorio, sotto vari punti di vista: – per l’ambiente: l’infestazione, ponendo a rischio circa la metà dei boschi, porta alla diminuzione di servizi ecosistemici fondamentali per l’equilibrio della montagna (come il contenimento dei movimenti franosi) e per la qualità dell’aria (sequestro di CO2: si vedano in particolare i dati forniti in proposito dal Piano Regionale per il Mantenimento ed il Miglioramento della qualità dell’aria, attualmente alla VAS); – per la sicurezza dei cittadini: oltre alle notizie comparse sui media locali di episodi particolarmente allarmanti, anche noi abbiamo ricevuto segnalazioni in proposito; – per il turismo: già oggi molti boschi non sono fruibili e bene sarebbe segnalarli subito. In generale i boschi di media montagna, meta preferita di molte famiglie in vacanza in Valle d’Aosta, costituiscono un’attrattiva che rischia di andare perduta, con notevoli ripercussioni economiche. Restando a disposizione per collaborare, auspichiamo quindi che vogliate farvi portatori delle preoccupazioni dei cittadini, sollecitando anche l’Amministrazione regionale ad entrare maggiormente in sinergia con il territorio e a portare a compimento gli interventi di propria competenza. Dal canto nostro, siamo disponibili ad incontrarvi e a collaborare per cominciare ad affrontare in modo sistematico l’infestazione. Per il Circolo Legambiente Valle d’Aosta La Presidente Alessandra Piccioni