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Arvier – Il lupo in giardino. quali problemi e quali soluzioni?

Mercoledì 10 marzo, ore 21.00, pagina facebook del Circolo valdostano di Legambiente

Il circolo valdostano di Legambiente organizza un incontro online sulla propria pagina facebook partendo dalla vicenda dei lupi ad Arvier.

Principali protagonisti della serata Alexis Vallet, che con una lettera ai giornali ha segnalato le preoccupazioni degli abitanti di Arvier e Luca Giunti, Guardiaparco Aree protette delle Alpi Cozie e naturalista noto anche in Valle d’Aosta dove ha partecipato a numerose e interessanti serate a carattere informativo.

L’obiettivo è infatti capire, senza fuorvianti intenti polemici, se si tratta di un caso unico o se ci sono esperienze simili a cui fare riferimento e quali sono i problemi maggiori e le risposte più efficaci.

Modera la sarata Maria Pia Simonetti.

Discariche e legalità in Valle d’Aosta.

Sulla scia del processo per la discarica di Pompiod: che cosa può fare la Regione.

Lettera aperta al Presidente della Regione, alla Giunta e al Consiglio Regionale.

 

Si sono svolte nelle scorse settimane, presso il Tribunale di Aosta, le udienze relative al processo per lo smaltimento illecito di rifiuti nella discarica di Pompiod ad Aymavilles.

Ricordiamo che le accuse riguardano, da una parte, la condotta della dirigente regionale che avrebbe rilasciato le autorizzazioni necessarie a smaltire, in una discarica per inerti, rifiuti di tipo industriale e, dall’altra, le azioni messe in atto dall’impresa che avrebbe importato rifiuti inquinanti prelevati da altri siti nazionali, rispetto ai quali la discarica non era predisposta.

Tali comportamenti, se accertati giudizialmente, oltre a determinare un pesante impatto ambientale e paesaggistico, comporterebbero un rischio per la salute delle popolazioni confinanti. Rischio che sarebbe tuttora presente.

Il primo processo inerente la discarica, che si è ormai concluso con l’archiviazione, riguardava il comportamento della dirigente regionale Ines Mancuso, accusata di aver “costantemente favorito l’impresa negli anni, rilasciando delle autorizzazioni, anche in deroga, senza attivare un nuovo procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale e contro il parere dell’ARPA”, per trasformare quella che era una discarica per inerti in una discarica per rifiuti industriali non pericolosi. Non avendo inoltre esercitato il dovuto controllo, la stessa era accusata di aver favorito l’attività di deposito anche di rifiuti altamente inquinanti, materiali che ancora si trovano nella discarica, in assenza delle dovute forme di protezione.

Tale processo si è concluso con l’archiviazione, non essendo stati ravvisati gli elementi integranti dell’abuso d’ufficio.

Il secondo processo è intentato nei confronti dei responsabili della discarica, l’impresa Ulisse 2007. In questo caso l’accusa è di “aver gestito una discarica di fatto non autorizzata, aver effettuato attività’ di smaltimento rifiuti in mancanza della prescritta autorizzazione, aver conferito ingenti quantitativi di rifiuti non compatibili con la classe di appartenenza della discarica e con l’autorizzazione rilasciata, depositando rifiuti speciali provenienti da altri siti nazionali, senza che fossero messi in atto gli interventi necessari per contenere il diffondersi delle sostanze inquinanti nell’aria e nelle acque”.

Alla prima udienza, la nostra associazione si è costituita parte civile, e così pure altre associazioni e comitati, la Regione ed i Comuni interessati di Aymavilles e Jovençan.

Nell’attesa degli esiti del giudizio e senza voler interferire con lo stesso, pensiamo possa essere opportuno che la Regione – peraltro costituita parte civile e perciò evidentemente interessata ai fatti oggetto di processo – incominci a predisporre, cautelativamente ed in attesa di accertamento, delle procedure interne idonee ad impedire condotte del tipo contestato.

In particolare pensiamo che si debba porre mano quanto prima ai seguenti punti di attenzione:

1.Il comportamento della dirigente regionale, che ha seguito per anni il procedimento in assoluta libertà di azione, ha procurato, oltre ai danni ambientali e ai possibili danni alla salute dei residenti, anche un danno di immagine per una regione che vive di turismo e quindi di qualità ambientale. Il fatto che certi comportamenti non ricadano più, dopo la riforma, nella definizione dell’abuso d’ufficio non li rende tollerabili dal punto di vista civile e sociale. Anzi, il fatto che la giustizia penale non se ne occupi, rende più pressante l’esigenza che le amministrazioni, deputate a perseguire il bene pubblico, si dotino di opportuni strumenti amministrativi e disciplinari.

Chiediamo perciò alla Regione di verificare l’opportunità di esercitare un’azione disciplinare nei confronti della dipendente in questione e, più in generale, di dotarsi degli strumenti necessari a intervenire in situazioni consimili lesive del bene della comunità. Tale intervento si rende necessario per ripristinare il livello di legalità e per ristabilire la fiducia dei cittadini nell’Amministrazione e nella sua capacità di far valere il rispetto dei loro diritti.

2.Visto che le discariche in Valle d’Aosta sono numerose, che si stanno autorizzando nuovi impianti di lavorazione e riciclo dei rifiuti e che la normativa regionale in proposito dà spazio a incertezze interpretative ed è sotto alcuni aspetti carente (per es. definizione delle distanze minime dai centri abitati di tutte le installazioni che presentano caratteristiche di pericolosità) riteniamo opportuno che la Regione voglia:

  • verificare la congruenza delle discariche presenti sul territorio con le esigenze delle popolazioni locali e controllarne l’utilizzo;
  • predisporre norme di autorizzazione e gestione delle discariche adeguate a tutelare la salute dei cittadini; norme chiare, attente a perseguire il bene comune e a promuovere la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali (sia regionale che comunali);
  • mettere in atto delle procedure sistematiche di verifica a campione da parte di un ente terzo sui materiali conferiti che ne permettano un controllo effettivo e puntuale.

LETTERA APERTA ALL’AREV

Pubbichiamo integralmente la risposta alla lettera aperta che l’ AREV ha inviato alla nostra Associazione. Solo il dialogo, a nostro avviso, può consentire di affrontare le questioni sollevate dal ritorno del lupo in Valle d’Aosta

Gentile Presidente,

la lettera aperta che, a nome dell’AREV, ha inviato nei giorni scorsi alla nostra Associazione ed ai media, rappresenta, a nostro avviso, un buon punto di partenza per avviare un confronto proficuo sul tema del lupo.

Siamo ben coscienti delle perdite economiche – e anche affettive! – causate dagli attacchi del predatore, nonché dei cambiamenti nella conduzione delle aziende e nel modo di vivere la professione che il suo ritorno rende necessari. Il tema del lupo, complesso e divisivo, rappresenta sicuramente un fattore di difficoltà aggiuntiva per un settore che, ormai da anni, è di per sé in una fase delicata.

Proprio per questo bisogna trovare risposte che siano basate sia su evidenze scientifiche sia sul sostegno agli allevatori, e che siano al tempo stesso efficaci. In tal senso, un punto di partenza attendibile può derivare dal confronto con altre esperienze diffuse sull’arco alpino. Per questi motivi abbiamo da sempre sostenuto la necessità che la Valle d’Aosta aderisse al progetto lifewolfalps.eu, che racchiude in sé entrambi gli aspetti e raccoglie i dati sperimentando anche nuove forme di convivenza con il lupo.

In questo quadro, ci è sembrato particolarmente interessante il dato oggettivo, diffuso nel Tavolo Tecnico regionale, sul calo delle predazioni nel 2020, a fronte di un aumento degli esemplari sul territorio. Non è nostra intenzione interpretarlo in senso assoluto e concordiamo sul fatto che occorrerà valutare con attenzione i dati dei prossimi anni, al fine di confermare la validità delle misure dissuasive che state adottando e la presenza di eventuali altri fattori che possono incidere sulle predazioni.

E’ anche opportuno, però, rilevare che il ritorno del lupo rappresenta un indubbio successo nella tutela della biodiversità: significa che oggi l’arco alpino offre nuovamente condizioni favorevoli per l’insediamento del predatore, presenza che può anche rivelarsi un attrattore turistico. Il turismo dolce e naturalistico che noi promuoviamo, e che riteniamo essere la forma più autentica di approccio alla montagna, è intimamente legato alla tutela della fauna, ma anche, come sapete, all’agricoltura e alla zootecnia tradizionali, alla filiera gastronomica di eccellenza di cui voi siete tra i protagonisti. E su questo punto siamo veramente vostri alleati: abbiamo in questi anni sostenuto la richiesta per un marchio di qualità per il latte valdostano, e crediamo che i prodotti tipici vadano tutelati e promossi in misura più incisiva rispetto a quanto si fa attualmente. Gli alpeggi e il paesaggio tradizionale che la vostra cura ha permesso di conservare costituiscono un tassello importante nell’offerta di turismo dolce che sempre più persone prediligono: a nostro avviso, anche il lupo ne è un elemento importante.

Anche a motivo dei dati scientifici, che non confermano impatti positivi sulle predazioni legate agli abbattimenti di singoli esemplari di lupo ma sottolineano, al contrario, il rischio della destrutturazione dei branchi – e quindi di un aumento degli attacchi sugli animali domestici – rimaniamo contrari agli ammiccamenti da parte di certa classe politica su ipotesi di prelievo del carnivoro. “Coesistere” significa “vivere insieme con l’altro”, e noi crediamo che, se riusciremo a trovare soluzioni efficaci, la coesistenza potrà diventare un valore aggiunto per tutti.

Partendo dai molti punti che ci accomunano, e tenendo anche ben presenti alcune differenti opinioni, siamo disponibili ad un confronto costruttivo, nella speranza di individuare una strada che consenta la tutela tanto della zootecnia tradizionale quanto della presenza del lupo in Valle d’Aosta.

Per il Direttivo di Legambiente Valle d’Aosta

Il Presidente

Denis Buttol

BASTA PROCLAMI E FACILI SCORCIATOIE. LA QUESTIONE LUPO VA AFFRONTATA CON RAZIONALITA’ ED EQUILIBRIO!

Recentemente, a seguito di avvistamenti di esemplari del predatore nei pressi dei centri abitati, la questione lupo é tornata al centro del pubblico dibattito.

In occasione della riunione del Tavolo Tecnico sul Lupo svoltasi giovedì 4 Febbraio, alla quale Legambiente ha partecipato insieme agli altri attori coinvolti sul tema, sono stati illustrati i dati sulla presenza del lupo in Valle d’Aosta, sui danni al settore dell’allevamento ed i relativi rimborsi in fase di erogazione.

All’interno del progetto Wolfalps, la Regione sta organizzando con convinzione la creazione di squadre di tecnici volte a sostenere il settore della zootecnia sia per l’attuazione delle migliori misure di prevenzione, con attenzione alle particolarità delle singole situazioni, sia per la quantificazione dei danni in caso di attacco, ai fini di rimborso e per l’individuazione e il superamento dei punti di criticità.

La novità è che, nel corso del Tavolo Tecnico, è stata accertata nel 2020 una diminuzione di atti predatori ai danni delle specie allevate rispetto ai due anni precedenti.

Plaudiamo, quindi, al proseguimento del percorso iniziato, ma rimaniamo severamente critici sulle iniziative annunciate da singoli esponenti politici al solo scopo di raccogliere un facile consenso elettorale con fantomatiche proposte di legge che illudono gli allevatori attraverso pronte soluzioni (come l’abbattimento), cercando di aggirare le leggi nazionali ed internazionali che obbligano gli enti territoriali al rispetto di protocolli superabili solo a seguito di conclamato pericolo causato da singoli esemplari.

Anzi, lanciamo una proposta all’Assessore: ora che é disponibile un primo censimento sommario (e diversamente non potrebbe essere, data l’elusività e la grande mobilità del lupo) della presenza del predatore, chiediamo che si inizi una rilevazione che metta a confronto il numero di ungulati censiti con il numero supposto di predatori presenti in Valle, e che questo dato sia inserito ed influisca nei piani faunistico-venatori di ogni anno. In questo modo, infatti, sarebbe possibile verificare se il calo delle predazioni del lupo può essere legato ad una maggiore disponibilità di prede selvatiche.

Non é nostra intenzione minimizzare i timori dei cittadini, ma siamo convinti della necessità che l’affrontare la questione lupo passi da una corretta ed ampia informazione e formazione che coinvolga cittadini e allevatori riguardo le norme da seguire per proteggere se stessi ed i propri beni, rispettando l’ecosistema in cui noi tutti viviamo.

ABBRUCIAMENTI DEGLI SCARTI AGRICOLI. CONTINUANO LE SEGNALAZIONI DEI CITTADINI!

Da settimane continuano a giuncerci segnalazioni, soprattutto dalla Bassa Valle, ma anche dalla zona tra Sarre e Saint-Pierre,, di fuochi che appestano l’aria. Spesso sono generati troppo vicini alle abitazioni, e comunque condizionano la salute di chi abita nei pressi.

Benzoapirene, polveri sottili, in alcuni casi anche diossine. E’ necessario trovare soluzioni alternative ad un problema di “pulizia” del territorio, che indubbiamente esiste. Ma la soluzione non può consistere nella pratica generalizzata degli abbruciamenti, a danno di chi abita in una valle stretta come la nostra, la cui morfologia non permette la dispersione degli inquinanti .Le basse temperature invernali, inoltre, tengono schiacciati in basso i fumi, regalandoci un non gradito aerosol che si aggiunge agli inquinanti generati dal riscaldamento domestico e dagli autoveicoli.

E’ ora di dire basta! In caso di roghi con effetti negativi, simili a quelli che vedi nel filmato qua sotto (realizzato nella zona di Donnas, nel week end 6-7 febbraio), segnala quello che sta accadendo alla Stazione Forestale competente per il tuo Comune, oppure chiama direttamente il 1515 .

Per info sulle Stazioni Forestali, consulta il sito della Regione VDA a questa pagina:

https://www.regione.vda.it/corpoforestale/Chi_siamo/staz_forestali/default_i.aspx

Guarda il video