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QUALE ENERGIA PER UNA VALLE D’AOSTA LIBERA DA COMBUSTIBILI FOSSILI?

TRE INCONTRI PUBBLICI SULLA POLITICA ENERGETICA IN VDA

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Allegati19 feb 2024, 17:02 (4 giorni fa)
   
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(Vedi locandina allegata)

QUALE ENERGIA PER UNA VALLE D’AOSTA LIBERA DA COMBUSTIBILI FOSSILI?

TRE INCONTRI PUBBLICI SULLA POLITICA ENERGETICA IN VDA

 

LegambienteVda, Valle Virtuosa, Comitato “Giù le mani dalle acque e da CVA” e Attac Vda organizzano tre incontri pubblici per approfondire tre temi molto rilevanti della politica energetica in Valle d’Aosta: 

– il Piano Energetico Ambientale Regionale della Vda al 2030;

– CVA e il suo Piano strategico Industriale 2023-2027;

– la scadenza delle grandi concessioni idroelettriche (2029) ed il loro rinnovo.

Si tratta di tre temi di importanza cruciale per la comunità valdostana e che proprio in questo momento sono al centro dei lavori del Consiglio regionale e della Commissione Paritetica Stato-Regione Valle d’Aosta. 

L’intenzione delle Associazioni è informare sul contenuto dei documenti in corso di esame, esprimere alcune valutazioni e raccogliere le osservazioni della cittadinanza. 

Aumentare la produzione di energia pulita, promuovere un uso consapevole evitando sprechi e usi impropri di energia, ridurre e poi eliminare l’uso di combustibili fossili: sono aspetti essenziali della transizione ecologica, e la Valle d’Aosta è nelle condizione per realizzare rapidamente tale transizione come del resto previsto dalla Road Map per una Vda Fossil Fuel Free entro il 2040, approvata dalla Giunta regionale con Deliberazione n. 151 in data 22 febbraio 2022. 

Gli incontri si svolgeranno a Aosta, Pont-Saint-Martin e Morgex.

Aosta venerdì 23 febbraio 2024 ore 17,30- Sala Conf. CSV , Via Xavier de Maistre

Pont-Saint-Martin venerdì 1° marzo ore 21- Sala del Bocciodromo, Via Schigliatta 8

Morgex giovedì 7 marzo ore 21 – Sala della Biblioteca

Gli incontri saranno coordinati da Rosetta Bertolin e Paolo Meneghini.

Per una discussione ed un confronto su solide basi di conoscenza, abbiamo chiesto a tre persone che da tempo si occupano di questi argomenti con passione e competenza , tre comunicazioni informative:

– Contenuti, pregi e criticità del Piano Energetico Ambientale Valle d’Aosta – Paolo Gino

– Considerazioni sul Piano Strategico Industriale di CVA 2023-2027 – Elio Riccarand

– Scadenza concessioni idroelettriche e Norma di Attuazione dello Statuto – Avv. Adriano Consol 

Legambiente VdA Valle Virtuosa Comitato “Giù le mani dalle acque” Attac VdA
Guarda la locandina qui:
 

Il commento di Legambiente al Convegno Dighe e territorio

(St.Vincent 11 ottobre 2022)

Bisogna programmare il tipo di sviluppo da adottare

A conclusione del convegno che Itcold con CVA e con Iren hanno tenuto a St. Vincent l’11 ottobre scorso, Legambiente, che è intervenuta all’incontro con la presenza fra gli oratori di Vanda Bonardo (rappresentante nazionale dell’Associazione), ritiene utile tirare le fila dei problemi emersi, anche alla luce delle dichiarazioni dei partecipanti istituzionali.

Iniziamo con l’osservare che, alla fine, tutti gli oratori hanno preso atto che in Valle d’Aosta non è più possibile realizzare delle grandi dighe, e non perché (come sostiene il presidente di CVA Argirò) la popolazione non le accetterebbe, ma semplicemente perché le condizioni territoriali e geografiche non lo permettono. In sostanza perché tutti i corsi d’acqua della Regione sono già sfruttati sia a scopo idroelettrico, sia a scopo irriguo, nell’intero loro percorso. I pochi corpi idrici ancora liberi da prelievi idroelettrici (ma non da quelli irrigui) si trovano nelle aree naturali protette (parchi e aree Natura 2000), e ci rammarica il fatto che il Dirigente regionale incaricato della tutela del territorio, l’ingegnere Rocco, “auspichi la riduzione o almeno la non prolificazione di tali aree” (La Stampa 13/10/2022).

E’ pur vero che la popolazione è sempre più sensibile al tema delle acque e insorge ogni qualvolta scopre che il proprio torrente è destinato a scorrere sottoterra, nelle condotte, per servire l’ennesima centralina. Magari qualcuno, come sostenuto da Argirò, lo fa postando su Facebook il suo disappunto, ma il più delle volte la protesta si manifesta raccogliendo centinaia di firme, come era successo a favore della salvaguardia del torrente Lys nel suo tratto iniziale (Cortlys), su cui ancora si presentano nuovi progetti ogni anno perché la Regione ritiene ancora valida una concessione del 2009 molto impattante e di bassissima produzione (proprio quegli impianti su piccole derivazioni che tutti gli oratori hanno riconosciuto come inutili e dannosi).

Se com’è noto siamo molto critici rispetto al piccolo idroelettrico, riteniamo necessario chiarire che i nuovi invasi, da tutti auspicati, non trovano necessariamente la nostra opposizione, soprattutto se parliamo di piccoli invasi a servizio dell’irriguo. Ricordiamo che, per tradizione, in passato ogni derivazione irrigua aveva a disposizione una o più vasche di trattenuta delle acque (denominate “piscine”) per conservare l’acqua necessaria nei momenti di maggiore esigenza. Questi bacini “d’antan” andrebbero ripristinati, se spariti, e usati a scopo idroelettrico solo in determinati casi legati a particolari condizioni ambientali. La cosa più importante, che giustamente è stata sottolineata da più intervenuti, è la necessità di programmare il tipo di sviluppo da adottare, partendo dai dati di realtà della situazione esistente. Proprio quei dati di realtà che non ci sembrano così conosciuti, almeno per quanto riguarda la Valle d’Aosta.

Relativamente all’artificializzazione dei corsi d’acqua presente in VDA fin dal 1500, dobbiamo anche dire che a noi non risulta che, fin da quell’epoca, i torrenti rimanessero in secca per tutta l’estate per asservire l’irrigazione. Ci risulta invece che durante tutta l’estate dell’anno in corso alcuni torrenti siano rimasti totalmente in secca, senza DMV, come ad esempio il torrente St. Barthelemy, venendo così addirittura a mancare l’acqua agli agricoltori e agli allevatori locali: sarebbe inoltre interessante e utile avere i dati della produzione delle 5 nuove centrali entrate in funzione che derivano le acque dallo stesso torrente.

Un ultimo appunto sui bacini, invocati dai conduttori degli impianti sciistici, a servizio dell’innevamento artificiale.

Ci sembra che di tutti gli usi (potabile, irriguo e a servizio dell’agricoltura e delle attività lavorative e umane, di produzione di energia) quello dell’innevamento sia l’ultimo in ordine di importanza, il meno indispensabile. Se, come purtroppo temiamo, l’acqua verrà sempre più a mancare e le temperature continueranno a salire come affermato da molti studi (tra questi ricordiamo i dati contenuti nel rapporto dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale, agenzia dell’Onu, dal titolo “Stato dei servizi climatici 2022”, apparso sui media nei giorni scorsi e in cui si dichiara che, ad esempio a Cortina, tra 14 anni lo sci potrebbe essere impedito dalla neve bagnata), chi continua a puntare tutto solo sullo sci entrerà in crisi. L’economia delle località turistiche dovrà diversificare la propria offerta per sopravvivere: siamo certi che potrà farlo egregiamente se saprà puntare sulle attrattività turistiche e sugli sport diversi da quello dello sci. Ma attenzione: questo potrà avvenire se nel frattempo non si continuerà a compromettere il territorio, ma piuttosto si opererà indirizzando i nuovi investimenti pubblici a sostegno delle tante attività più compatibili che stanno nascendo nelle nostre montagne.

idroelettrico: presentate le osservazioni al progetto della centrale hone 2

La centrale di Hone della CVA risale al 1918/24 e utilizza le acque della valle di Champorcher: i torrenti Ayasse, Brenve Mandaz e Fons, oltre ai laghi di alta quota Miserin e Vercoche. Le acque sono oggi convogliate in un canale all’aperto che finisce in una vasca di carico a monte di Hone e, da qui, il salto.

La CVA ha deciso di potenziare l’impianto di Hone ed ha presentato alla Valutazione Ambientale un primo progetto nell’ottobre 2021. Il progetto prevede di far passare la condotta in una galleria sotterranea di circa 10 km. e ipotizza di raddoppiare la produzione, aumentando la quantità di acqua derivata e, in parte, il salto.

Dopo una prima Conferenza dei Servizi il procedimento è stato sospeso e quindi, sulla base delle osservazioni pervenute, il progetto è stato leggermente modificato.

In particolare è stata modificata la pista di accesso alla presa di Outrel’eve, che era decisamente impattante, inoltre è stata esclusa dalle derivazioni la presa sul torrente Mandaz. Questa era una precisa richiesta di Legambiente in quanto il torrente Mandaz, di qualità elevata, scorre in un ambiente assolutamente naturale e di pregio.

In relazione a quest’ultimo progetto abbiamo presentato delle ulteriori osservazioni con le quali sostanzialmente chiediamo di ridurre la quantità di acqua da prelevare dal torrente Ayasse, in modo da modernizzare e potenziare la centrale, mantenendo però una pressione sui corsi d’acqua interessati compatibile con gli altri utilizzi e con la qualità dell’ambiente di una vallata, quella di Champorcher, di notevole interesse ambientale e turistico.

Per leggere il testo integrale delle osservazioni, clicca qui:

http://www.legambientevda.it/wp-content/uploads/2022/08/Osservazioni-agosto-2022-Centrale-Hone-def..pdf

 

 

IL LAGO DI LOD NON DEVE MORIRE! SABATO 18 E DOMENICA 19 GIUGNO APPUNTAMENTO A CHAMOIS.

comunicato congiunto del Circolo Legambiente VDA e del Comitato SalvaLod.

l lago di Lod è minacciato da un progetto idroelettrico che prevede il prelievo di acqua diurno e il ripompaggio notturno di 22000 m3 al giorno (pari a circa i 2/3 del suo volume in condizioni ottimali); alcune persone, appartenenti al Comitato Salvalod, e Legambiente nazionale e regionale, hanno fatto ricorso chiedendo l’annullamento della concessione regionale presso il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di Roma: siamo in attesa della sentenza.

Ma in questo momento il Lago corre un pericolo più immediato: il suo livello è in condizioni critiche, le sponde si sono trasformate in metri di fanghiglia e nelle ultime settimane non abbiamo osservato alcun segno di ripresa del suo volume abituale.

Come Comitato e associazione abbiamo segnalato la situazione al Corpo Forestale.

Cosa ha causato questo abbassamento del livello dell’acqua?

Se questa situazione dovesse protrarsi, che ne sarà di libellule, girini e anfibi, fiori e piante acquatiche? Il danno alla flora ed alla fauna, microfauna in particolare, è ineluttabile?

SABATO 18 e DOMENICA 19 giugno il Comitato Salvalod e Legambiente danno appuntamento al lago. Chamois é raggiungibile a piedi o in funivia; il lago è raggiungibile a piedi o in seggiovia o in bicicletta

Sono previsti incontri e dibattiti, arte, musica ed esposizioni artistiche, racconti e passeggiate.

Un evento particolare è previsto per domenica, tra le ore 12 e le 15.

PER VIVERE UN LAGO CHE NON DEVE MORIRE

DOSSIER DMV : QUANDO LE REGOLE NON VENGONO RISPETTATE

Come molti sanno, ogni impianto idroelettrico deve rilasciare, per legge, il Deflusso Minimo Vitale (DMV). In altri termini,  chi gestisce un impianto non può captare tutta l’acqua che scorre nel punto in cui si trova l’opera di presa. Nel torrente o fiume deve rimanere una determinata quantità di acqua, atta a garantirne la vita biologica.Ma non sempre queste regole vengono rispettate, purtroppo. Anche in Valle d’Aosta, come in molte altre zone dell’arco alpino, le violazioni sono numerose. 

Il nostro Circolo ha prodotto dossier che riassume la situazione valdostana. Per leggerlo, basta cliccare il link sottostante,

http://www.legambientevda.it/wp-content/uploads/2022/06/Dossier-DMV-.pdf