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Giovedì 1° ottobre ore 18 alla Stazione FS – Presidio di solidarietà per l’attivista No Tav Dana Lauriola. PARTECIPA ANCHE TU!

Da sempre Legambiente è contraria alla TAV Torino Lione pur essendo indiscutibilmente a favore dell’uso del treno in tutte le sue declinazioni, sia per il trasporto persone sia per il trasporto merci.
Ma sulla TAV in Valsusa i conti non sono mai tornati.
E’ sintomatica anche la vicenda che interessa l’arresto dell’attivista Dana Lauriola, una delle portavoce del movimento NoTav, fatto di cui lasciamo la ricostruzione alla pagina nazionale di Amnesty International invitandoti a leggere qui:

https://www.amnesty.it/amnesty-international-condanna-larresto-dellattivista-no-tav-dana-lauriola/

Con altre associazioni NoTav valdostane si è deciso di effettuare giovedì 1° ottobre alle ore 18 un semplice presidio di protesta, simbolicamente davanti alla stazione FS di Aosta, per segnalare che riteniamo sproporzionato e irresponsabile una tale condanna inflitta all’attivista, una sentenza che ha il significato di punire chiunque, seppur in maniera non violenta, manifesta posizioni contrarie a quelle dominanti, come siamo purtroppo abituati a vedere in paesi non democratici. Per circa un’ora il presidio effettuerà un volantinaggio informativo

Nell’appello lanciato su Facebook da Espace Populaire, che ha convocato il presidio cui aderiamo, si legge:

Dana è stata condannata per avere parlato con un megafono, durante la manifestazione.
Le misure alternative al carcere sono state negate, per quanto sia incesurata e integrata nella società, perché non ha preso le distanze dal Movimento No-Tav e perché vive in Valsusa.
Per Amnesty International “esprimere il proprio dissenso pacificamente non può essere punito con il carcere. L’arresto di Dana è emblematico del clima di criminalizzazione del diritto alla libertà d’espressione e di manifestazione non violenta, garantiti dalla Costituzione e da diversi meccanismi internazionali“.
Chiediamo che la magistratura, soprattutto torinese, comprenda le ragioni della protesta e del dissenso sociale ed adegui le pene, quando le responsabilità siano accertate, in considerazione delle motivazioni sociali alla base dei comportamenti che le hanno determinate, tornando a considerare la pena un istituto volto alla rieducazione e al reinserimento sociale del condannato, come disposto dall’articolo 27 della Costituzione.

PARTE LA CAROVANA DEI GHIACCIAI DI LEGAMBIENTE. PRIMA TAPPA AL MIAGE IL 17 E 18 AGOSTO

Partecipa anche tu alla prima tappa, dedicata al ghiacciaio del Miage. Programma e link per l’iscrizione qui:

programma-tappa-1-carovana-dei-ghiacciai

Di seguito, il comunicato di lancio della campagna

 

 

Carovana dei ghiacciai

Un viaggio attraverso le Alpi per monitorare lo stato di salute dei ghiacciai alpini

Dal 17 agosto al 4 settembre al via la prima edizione della campagna realizzata da Legambiente con il supporto del Comitato Glaciologico Italiano per monitorare i ghiacciai alpini minacciati dall’emergenza climatica

Dal 1850 ad oggi nell’ambiente glaciale alpino l’aumento delle temperature medie è stato circa di 2°C, circa il doppio rispetto alla media globale.

Nel 2019 registrato nel settore alpino occidentale (Piemontese-Valdostano) un generalizzato arretramento delle fronti glaciali, con un valore medio di 10 metri rispetto all’anno precedente.

Situazione non buona anche per il settore alpino centrale e orientale. Dieci i ghiacciai al centro della campagna: quello del Miage, i quattro ghiacciai del Monte Rosa,i ghiacciai Forni e Sforzellina, quello della Marmolada, di Fradustae del Montasio occidentale

Video e foto di Carovana dei ghiacciai >> clicca qui

Info su https://www.legambiente.it/carovana-dei-ghiacciai/

 

ARRIVA LA CAROVANA DEI GHIACCIAI!

Partirà il 17 agosto prossimo dal Miage la Carovana dei ghiacciai, la nuova campagna di Legambiente, realizzata in stretta collaborazione con il Comitato Glaciologico Italiano, per monitorare lo scioglimento dei ghiacci e fare opera di divulgazione e sensibilizzazione sul tema del cambiamento climatico.

A breve sarà pronto il programma dettagliato della tappa valdostana, che pubblicheremo sui nostri canali di informazione.

carovana delle alpi 2020. bandiera nera alle giunte regionali e amministrazioni comunali di issogne e champdepraz in carica dal 2014 al 2019

MOTIVAZIONE: per aver autorizzato la realizzazione di una discarica per “rifiuti speciali non pericolosi” a due passi dal Parco Naturale del Mont Avic, scrigno di ambienti protetti e biodiversità montana.

Dal sito istituzionale della Regione Autonoma Valle d’Aosta: “Il Parco Naturale Mont Avic, primo parco naturale valdostano, è stato istituito nell’ottobre 1989 al fine di conservare le risorse naturali presenti nella medio-alta valle del torrente Chalamy, in comune di Champdepraz”.

Gli ambienti selvaggi, le zone umide, i laghi alpini di incomparabile bellezza, la ricca biodiversità dei luoghi hanno contribuito, nel corso degli anni e soprattutto nell’ultimo decennio, alla diffusione di un turismo dolce e attento alla montagna. I confini del Parco si sono ampliati, comprendendo anche alcune zone del comune di Champorcher.

Tutto ciò faceva sperare che le zone immediatamente a valle del territorio del Parco fossero considerate alla stregua di fasce di rispetto. Aree in cui, in altri termini, fossero evitate attività potenzialmente impattanti per l’ambiente e non idonee ai due piccoli Comuni (Issogne e Champdepraz) che costituiscono le “porte d’accesso” del Parco.

Così non è stato, purtroppo.

Nell’ottobre del 2014 la Giunta Regionale valdostana allora in carica autorizzava la realizzazione e la gestione di una enorme discarica per rifiuti speciali inerti nel comune di Issogne ad una ditta privata, la CAPE s.r.l., proprietaria dei terreni interessati. L’impianto avrebbe dovuto sorgere in una cava dismessa al confine con il Comune di Champdepraz, e la quantità massima di stoccaggio assentita era di 270.000 metri cubi. Le tipologie di rifiuti includevano non solo inerti derivanti da edilizia e scavi, ma, applicando il massimo delle deroghe ammesse dalla normativa, anche rifiuti industriali, incluse sostanze chimiche potenzialmente pericolose, residui della lavorazione metallurgica, ecc.

L’impianto, però, non fu realizzato nei 5 anni previsti dalla suddetta Deliberazione, ma la CAPE richiese e ottenne dalla Regione una proroga di 24 mesi. Poco dopo, la Regione autorizzò la società DIMENSIONE GREEN srl, con sede a Segrate (MI), a rilevare l’attività, concludere i lavori e avviare lo stoccaggio dei rifiuti industriali.

Lo stato dell’arte è ora il seguente: a valle di uno dei più importanti siti naturali della Valle d’Aosta, attraversato dal tratto terminale del torrente Chalamy – e soggetta a rischio di inondazione – sta sorgendo una mega discarica di rifiuti industriali che potrebbe stoccare fino a 3.000.000 di metri cubi di materiale.

La Giunta Regionale attualmente in carica, incalzata dall’attivismo del Comitato “La Valle non è una discarica” composto da residenti nei Comuni interessati, ha finalmente cercato di porre dei limiti alla prevedibile importazione da fuori regione di rifiuti industriali, ma il provvedimento regionale è attualmente sottoposto a due impugnazioni :una della ditta Dimensione Green: al TAR regionale e una seconda, da parte del Governo italiano,addirittura dinnanzi alla Corte Costituzionale.

Tutto questo poteva essere evitato. E’ mancata, come spesso accade, un’idea di governo del territorio, sia da parte delle amministrazioni locali che ora si oppongono al progetto, sia da quella regionale che ha scelto, per ben due volte e con due Giunte diverse, di autorizzare una discarica di rifiuti anche industriali.

Governo del territorio significa valutare a quali usi destinare una determinata area. Nel nostro caso, si sarebbe potuto evitare di trasformare una cava dismessa in discarica.

In quel sito esiste un laghetto, costituitosi in seguito alle precedenti attività di estrazione, che poteva essere destinato, ad esempio, ad area di protezione degli uccelli migratori, per integrare l’offerta turistica dei Comuni del Parco.

Motivo per cui Legambiente assegna una Bandiera Nera della Campagna nazionale di Carovana delle Alpi a Regione e Amministrazioni comunali.

CAROVANA DELLE ALPI 2020 .BANDIERA VERDE ALLE GIUNTE REGIONALI IN CARICA DAL 2014 AD OGGI

MOTIVAZIONE: per aver portato avanti e realizzato il percorso “Cammino Balteo”, nell’ambito del Progetto Strategico “Bassa Via della Valle d’Aosta”, impiegando risorse comunitarie, statali e regionali in direzione del turismo sostenibile.

Il Cammino Balteo è un percorso escursionistico, adatto anche al cicloturismo, che si snoda per circa 360 km ad una quota altimetrica compresa tra i 500 e i 1900 metri s.l.m.

Suddiviso in 24 tappe, attraversa 48 Comuni, valdostani di bassa e media montagna, consentendo di compiere un anello completo. L’itinerario parte infatti dal primo Comune che si incontra entrando in territorio valdostano, Pont Saint Martin, e raggiunge Morgex, ai piedi del Monte Bianco, da dove si può intraprendere il ritorno lungo un tracciato diverso.

Tutti i paesi toccati dispongono di strutture ricettive, e il percorso comprende aspetti di grande varietà, spaziando dagli ambienti solitari dei tratti più in quota al paesaggio rurale del fondovalle. Numerose le emergenze storico-architettoniche toccate dal sentiero, che invogliano alla scoperta di piccoli e grandi capolavori poco conosciuti.

La progettazione, avviata nel 2014 nell’ambito del “Programma investimenti per la crescita e l’occupazione 2014/2020” del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), cofinanziato dall’Unione Europea, dallo Stato e dalla Regione stessa – che l’ha seguita in particolare attraverso il Servizio di Sentieristica – si è imperniata sulla messa a sistema di una serie di tracciati già esistenti, che sono stati progressivamente risistemati e integrati a partire dal 2016. Oggi il Cammino Balteo, seppure con qualche tratto ancora da rettificare, è quasi interamente percorribile e l’amministrazione regionale ha cominciato a promuoverlo.

In una fase di profonda instabilità politica per la Valle d’Aosta (dal 2013 il tempo di vita media di una Giunta non raggiunge l’anno) colpisce favorevolmente la costanza con cui il progetto Bassa Via è stato portato avanti. Segno che l’idea del turismo sostenibile, della necessità di allungamento stagionale e della valorizzazione dei territori meno conosciuti è accettata trasversalmente dal mondo politico locale, anche se questo non determina ancora una messa in discussione della visione dominante del turismo di massa.

Siamo consapevoli che i Comuni attraversati dal Cammino Balteo, al di fuori delle mete ben affermate (e talora anche troppo affollate) dei circuiti dei tour operators, ospitano tanti piccoli gioielli che meritano di essere apprezzati: i parchi minerari di Saint Marcel e Challand-Saint Anselme, il recupero di mulattiere storiche, degli antichi rus (il sistema di canalizzazioni in quota realizzato nel Medioevo per sostenere l’agricoltura), la valorizzazione della gastronomia locale, giusto per fare degli esempi, sono elementi già in larga parte presenti sul territorio. Ora è necessario servirsi di questo percorso per incrementare e coordinare questa offerta: ricca sì, ma puntiforme, e conseguentemente poco conosciuta.

Auspichiamo che il Cammino Balteo costituisca il punto di partenza per una conversione radicale del turismo in Valle d’Aosta, che valorizzi le eccellenze locali e favorisca un approccio più autentico al nostro territorio, rafforzando l’offerta sostenibile e promuovendo un’accoglienza diffusa. I Comuni rivestiranno un ruolo nodale in questa avventura, e si potrà creare una stagione nuova per la bassa e media montagna, dopo decenni di difficoltà e progressivo spopolamento.

La Bandiera Verde assegnata agli amministratori regionali che negli anni hanno permesso la realizzazione del Cammino Balteo è pertanto un segnale di fiducia verso una nuova e diversa prospettiva di sviluppo dei territori.