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Un’altra strada per la montagna? Convegno su paesaggio, agricoltura ed ed economia

Saint Christophe, 3 dicembre 2009

A nome delle associazioni promotrici di questo convegno ringraziamo i presenti, i patrocinanti (architetti e agronomi) e i relatori che presento velocemente con i titoli delle rispettive comunicazioni

Da sempre gli ambientalisti valdostani guardano alla vicina Svizzera con interesse e spesso con invidia, non solo per federalismo, trilinguismo democrazia referendaria che non non ha paura di confrontarsi con i cittadini, ma per le limitazioni poste al traffico dei Tir, per le esperienze di tariffazione sulla raccolta dei rifiuti ecc.

E’ interamente svizzera anche una delle montagne del nostro sky line, il Gran Combin che consideriamo parte integrante del nostro paesaggio.

E’ normale quindi che ci rivolgiamo alla Svizzera anche in relazione al tema che affronteremo stasera.

Ricordiamo che oltre ai professori Rodewald e Zappa è svizzero di famiglia anche l’Institut agricole rappresentato questa sera dal suo direttore della ricerca Andrea Barmaz.  Come lui gioca in casa anche Stefano Lunardi che presenta un’esperienza fatta in collaborazione con la facoltà di agraria dell’Università di Torino.

Dal nostro altro vicino, il Piemonte, provengono gli altri due relatori i proff Devecchi e Cavallaro.

Le ragioni per cui abbiamo voluto promuovere questo convegno nascono da fatti contingenti che non saranno oggetto specifico degli interventi dei relatori: si tratta delle note vertenze dei tre Valloni, Comboé, Alleigne e San Grato del cui stato ci limitiamo a dare una brevissima informazione:

per Comboé, vinto il ricorso al Tar  siamo in attesa della sentenza del Consiglio di Stato;

anche per l’Alleigne  è tutto fermo e attendiamo il pronunciamento della sovrintendenza sull’ipotesi di un tratto sperimentale di ripristino dell’antica mulattiera;

per San Grato, il cui territorio è oggetto di uno degli studi che verranno illustrati  tra poco, abbiamo fatto osservazioni al Via sul progetto che prevede la costruzione di una strada di servizio ai 4 alpeggi ancora vivi.

E’ evidente che il titolo scelto per questa serata è volutamente ambiguo: c’è un immagine del Vallone di San Grato e c’è questo punto interrogativo che mette al centro la domanda: serve un’altra strada in queste nostre montagne che ne hanno già 1800 chilometri? O ci sono altri modi di preservare l’agricoltura e l’allevamento in montagna?

Ma c’è anche l’altro significato del titolo che mette al centro la necessità di una riflessione generale sulle politiche dei territori alpini partendo dal concetto di paesaggio, che torna alla ribalta per gli architetti, per gli agronomi, ma anche per i filosofi,  dopo un periodo in cui sembrava relegato all’ambito della pittura.

La riflessione che vogliamo proporvi, a partire da studi universitari, da ricerche e dalle loro sperimentazioni sul territorio, nasce dalla consapevolezza che il secolo che abbiamo alle spalle e che ha visto nascere il concetto di paesaggio come bene comune da tutelare (le prime regolamentazioni risalgono in Italia agli anni Venti) ha visto la tutela di tale bene quasi sempre perdente rispetto agli interessi economici speculativi e no.

Con le unghie e coi denti sono state difese poche aree assediate e guardate a vista dal vero e proprio saccheggio che ha imbruttito e imbrattato il nostro Paese e tantissimi altri.

Ed è forse la prima volta nella storia dell’umanità che l’impatto umano investe e travolge equilibri e armonia che avevano in passato caratterizzato il rapporto tra la natura e le attività umane.

Non possiamo non ricordare che tra una settimana si apre a Copenhagen un incontro decisivo per trovare altre strade per il pianeta.

Noi nel nostro piccolissimo cerchiamo di dare un contributo alla soluzione di questi problemi partendo, com’è nostra abitudine, da dati, ricerche, esperienze pratiche e ci auguriamo che queste possano diventare la base per un confronto serio con gli amministratori pubblici, con i decisori politici, ma anche con i professionisti che hanno un ruolo importantissimo nelle scelte.

Relazioni:

Relazione 1: Raimund Rodewald

Relazione 2: Flavio Zappa

Relazione 3: Andrea Cavallero e Giampiero Lombardi

Relazione 4: Marco Devecchi

Relazione 5: Andrea Barmaz

Relazione 6: Stefano Lunardi