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LETTERA APERTA. EMERGENZA SICCITA’ : NON C’E’ SOLO LA RICETTA DI CVA

In relazione alla grave situazione di siccità che si prefigura per l’estate in arrivo la CVA, nella persona dell’a.d. Giuseppe Argirò, ha diffuso, in un comunicato dei giorni scorsi, l’analisi condotta e le richieste avanzate di interventi straordinari.

Rispetto alle analisi sulle cause della siccità anche Legambiente, con un incontro organizzato alla presenza di esperti a Torino nei giorni scorsi, ha rilevato le stesse criticità, ormai sotto gli occhi di tutti: la scarsità delle piogge e delle nevi accumulatesi durante l’inverno, associata allo scioglimento dei ghiacciai degli ultimi anni, ci danno il senso preciso del cambiamento climatico in atto.

Anche Legambiente auspica un potenziamento delle strutture di accumulo delle acque, ben tarato rispetto alle esigenze, e soprattutto pone l’attenzione alla ricarica delle falde.

In particolare al momento attuale, come rileva anche il dott. Argirò, la preoccupazione maggiore riguarda la situazione di siccità che si prefigura per l’estate prossima, stante lo scarso livello di acqua presente nelle nevi, nelle falde e nei bacini artificiali.

Rispetto alle ricette possibili, su un piano generale e a lungo termine, tutti concordiamo sull’opportunità di razionalizzare le reti idriche, di migliorare le tecniche di risparmio nei vari usi dell’acqua, di potenziare le riserve di acqua esistenti e di prevederne di nuove.

Nell’immediato però, il dott. Argirò lancia una richiesta di interventi straordinari, da parte dello Stato e della Regione che ci trova solo parzialmente d’accordo.

Possiamo concordare sul fatto che si richieda a livello nazionale un piano coordinato sotto la supervisione di un commissario. Non siamo più d’accordo quando si invocano per il commissario poteri speciali quali la “derogabilità delle norme”.

CVA, operatore del settore idroelettrico, si preoccupa naturalmente del proprio settore e del rendimento dei propri impianti. Non tiene invece in considerazione il grave stato di crisi idrica in cui versa anche il settore dell’agricoltura, che già nello scorso anno ha dato segnali di sofferenza non solo per l’irrigazione delle coltivazioni ma anche per l’abbeveraggio degli animali.

Inoltre, come al solito, la derogabilità del quadro normativo e autorizzativo evoca il superamento della tutela dovuta all’ambiente. Manca purtroppo la consapevolezza che l’ambiente siamo noi, con tutte le nostre diverse esigenze, e che danneggiare l’ecosistema alla fine penalizza la nostra vita comprese le attività economiche. Si tratta certo di garantire la flora e la fauna lungo i corsi d’acqua, ma anche di salvaguardare il ciclo naturale delle acque per non accelerare le devastanti trasformazioni climatiche in atto.

Inoltre bisogna tenere conto della classificazione nelle priorità d’uso: al primo posto gli usi potabili, quindi quelli per l’agricoltura poi quelli industriali.

La CVA invoca interventi infrastrutturali e relativi investimenti pubblici.

Vogliamo ricordare che, a fronte della crisi socio-economica delle famiglie e delle piccole imprese, causata dall’ingiustificato e abnorme aumento delle bollette elettriche, CVA, come tutti gli operatori dell’idroelettrico, ha accumulato degli extraprofitti enormi, di cui nessuno sembra più occuparsi (solo Draghi aveva provato timidamente a tassarli).

Per concludere: ci preoccupano i poteri amministrativi straordinari per superare i vincoli legislativi di garanzia esistenti, ci preoccupa una gestione commissariale che prescinda dalle scelte politiche, ci preoccupa in generale l’assenza della politica, che dovrebbe rappresentare la voce della collettività, di noi cittadini consumatori di energia.

Sentiamo invece la necessità di un pubblico confronto – e ci impegniamo a promuoverlo – che chiarisca gli aspetti scientifici, tecnici, economici e politici delle opzioni possibili per rispondere a questa ennesima emergenza annunciata.

CICLABILE IN VIA CARDUCCI : LETTERA APERTA ALLA SOPRINTENDENZA AI BENI CULTURALI.

Lo scorso autunno  avevamo espresso soddisfazione  per essere riusciti a salvare dal taglio i pioppi lungo via Carducci (lungo ferrovia) all’altezza delle mura romane. In quella zona infatti verrà finalmente costruito un tratto di pista ciclabile. Avevamo concordato con il Comune il passaggio qualche metro all’interno dell’area verde, in modo da non dover procedere all’abbattimento degli alberi.
E invece sembra che per un contrasto sul tracciato tra Comune e Regione (Soprintendenza) si debba mantenere l’originario percorso più adiacente alla strada, e quindi si debba procedere al taglio degli alberi; bisogna anche dire che l’accordo tra i due Enti prevede di piantare 14 alberi nuovi. 
A questo punto oggi abbiamo chiesto, con una lettera aperta, se non sia possibile spostare il tracciato decisamente più a nord, più vicino cioè alle mura.
A seguito di questo nostro scritto, abbiamo letto alcuni articoli che riprendono il nostro tentativo di mediazione cercando di creare polemiche dove non ci sono. E così una tranquilla richiesta di Legambiente in forma di lettera aperta alla Soprintendenza ai beni culturali si è trasformata in una “querelle”… che non c’è!

 

Lettera aperta alla Soprintendenza ai Beni culturali

In relazione al tratto di pista ciclabile previsto nel prato che costeggia via Carducci fra la Torre di Bramafam e viale Partigiani, la nostra associazione si era recentemente espressa contro l’ipotesi di progetto che prevedeva un percorso lungo la siepe che costeggia la strada, comportando questa opzione l’abbattimento di cinque alberi di alto fusto.

Avevamo quindi appreso con soddisfazione che si era optato per una variante di progetto che avrebbe spostato alcuni metri più a nord il tracciato, salvando così gli alberi, di cui tutti dovremmo apprezzare la valenza estetica e ambientale.

Veniamo ora a sapere che questa soluzione è stata ritenuta inadatta, per ragioni che ci paiono molto deboli e poco convincenti, che si è ritornati alla precedente ipotesi e che in fase di progettazione preliminare la Soprintendenza aveva espresso un parere negativo al passaggio della pista nel lato nord del prato, lungo le mura, ma separate da alcuni metri di tratto di terreno in pendenza.

Siamo pertanto a chiedere perché, a fronte di numerosi percorsi di piste ciclabili lungo la cinta romana di Aosta (piazza Plouves, via Cerlogne, via Matteotti, via Crétier, giardini di via Festaz) questo particolare tratto di mura risulti incompatibile con il contiguo passaggio della pista che permetterebbe invece a ciclisti e turisti di ammirare da vicino il bel manufatto.

Certi della cortese attenzione restiamo in attesa di un chiarimento che intendiamo condividere con la cittadinanza a cui pure questa lettera è rivolta.

Il direttivo di Legambiente Valle d’Aosta

 

SPRECHI SOTTOZERO! BUONE PRATICHE PER RISPARMIARE ENERGIA IN CASA.

Sabato 25 febbraio  presso la bocciofila del Quartiere Cogne alle ore 15, il Circolo Legambiente Valle d’Aosta insieme allo Sportello Energia di Legambiente PiemonteVda (sportello nato nell’ambito del progetto LIFE Climation https://www.lifeclimaction.eu/) ha programmato un’attività aperta a tutti i cittadini sulle buone pratiche domestiche legate al risparmio energetico.

Legambiente si occuperà quindi di dialogare con la popolazione sul risparmio energetico che ogni singolo cittadino può mettere in atto tra le mura domestiche. Il taglio della bolletta avviene infatti su due fronti, sia attraverso opere straordinarie strutturali, come quelle di riqualificazione energetica, sia attraverso la consapevolezza dei consumi
 

Traforo Monte Bianco

Il traffico pesante su gomma non è indice di progresso né di benessere

Per fortuna ci sono i francesi

E’ un dibattito fuori dal tempo quello cui stiamo assistendo in queste settimane sul raddoppio del traforo del Monte Bianco.

Siamo tuttavia tranquilli, perché i francesi di questa opzione non ne vogliono sapere. E quindi, senza necessità di doverci scontrare per ottenere una posizione dominante nel dibattito locale, possiamo serenamente osservare come non stiano in piedi le argomentazioni di chi vorrebbe aumentare il traffico di TIR nella nostra Valle, anche a fronte di un reale problema legato alle chiusure temporanee prospettate per i prossimi anni.

Legambiente ritiene che il dibattito dovrebbe avere una visione più ampia, di respiro nazionale, incentrata su come spostare il traffico merci dalla strada alla rotaia e liberare così le vallate alpine dagli ingombranti e pericolosi TIR.

Sembra incredibile ma c’è chi ancora non ha compreso che allargare le strade serve solo ad attrarre e a far aumentare il traffico (camion e auto), e con esso avremmo ancora più smog, incidenti e inquinamento acustico. E anche sull’inquinamento, è vero che i motori dei moderni TIR sono più efficienti di quelli del passato, ma è necessario considerare (anche e non solo) il significativo consumo degli pneumatici, dei freni, dell’asfalto che caratterizza il loro passaggio… Ricordiamo che la nostra regione, soprattutto per i mezzi pesanti, rimane un corridoio di transito, in cui al massimo ci si ferma a fare rifornimento di gasolio.

Certo, dispiace che ci siano interruzioni di servizio nel collegamento con la Francia, il disagio è reale, ma le perdite di fatturato nelle settimane di chiusura prospettate da Confindustria (preoccupazioni sonoramente smentite dalla lettura dei dati relativi al periodo di chiusura successivo al terribile incidente del 1999) saranno recuperabili con un’adeguata promozione turistica di un ambiente più sano, tranquillo e godibile. E’ evidente che l’economia valdostana continuerà a girare senza particolari problemi se sapremo “raccontarci” positivamente.

E se vogliamo essere più competitivi di quanto siamo adesso, preoccupiamoci di offrire più “ambiente”, più aria pulita, e un’accoglienza di sempre maggior qualità. Non riempiamo per i prossimi anni le nostre strade di camion pieni di smarino (materiale proveniente dalle opere di scavo per il secondo tunnel), da smaltire in chissà quali discariche; non allontaniamo con attività rumorose gli amanti della natura; non roviniamo la montagna con nuovi impianti (vedi Cime Bianche) che servono solo a nutrire appetiti edilizi speculativi.

Offriamo invece prodotti del territorio unici (ambientali, enogastronomici, culturali) e certifichiamoli. Questa è la “crescita” che piace a noi ambientalisti!

RIPARTE SKI ALP ‘XPERIENCE. LEGAMBIENTE TI INVITA A PAERTECIPARE!

Riparte anche nel 2023 SKIALP ‘XPERIENCE, l’evento social per tutti gli appassionati di scialpinismo.

Premiata da Legambiente con la Bandiera Verde 2021, questa interessante ed innovativa iniziativa unisce la passione per la montagna a quella per la fotografia e la condivisione social. Nata in Valgrisenche, grazie allo spirito di iniziativa di Matteo Alberti ed al fattivo sostegno della locale Pro Loco, dallo scorso anno l’idea ha convinto anche i comuni di Rhemes-Notre-Dame, la Salle, Ollomont e Bionaz.

L’iniziativa ha carattere non competitivo e comprende anche alcuni itinerari adatti alle ciaspole.Info, regolamento su sito e sulla locandina, ai link sottostanti

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https://www.skialpxperience.it/