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INVIATO ALLA REGIONE IL SECONDO APPELLO SULL’USO SOSTENIBILE DEI PESTICIDI

Pubblichiamo integralmente il secondo appello che 10 Associazioni hanno indirizzato all’Amministrazione Regionale a favore di un’agricoltura libera dalla chimica.
OGGETTO . UTILIZZO DI FITOFARMACI E PESTICIDI NELLA REGIONE AUTONOMA VALLE
D’AOSTA
Nello scorso mese di maggio, alcune delle associazioni scriventi avevano inviato all’Assessore all’Agricoltura e al Presidente della Giunta Regionale un appello in cui, facendo riferimento alla
normativa europea ( Direttiva 2009/128/CE che fornisce delle prescrizioni sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari), nazionale (D.Lgs. n.150 del 2012 e Decreto Interministeriale del 22/1/2014 –
Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari)e regionale (Legge Regionale 13/2015), chiedevano:

APPROVATE LE DUE LEGGI DI INIZIATIVA POPOLARE PROMOSSE DAL COMITATO “VDA RIPARTE”

Pubblichiamo il comunicato del Comitato “Valle d’Aosta Riparte”, a cui abbiamo fin da subito aderito, con cui viene annunciata l’approvazione in Consiglio Regionale dei due disegni di legge proposti, sulla democrazia e sui trasporti. Una buona notizia!

 

IL CONSIGLIO REGIONALE della VALLE d’AOSTA ha approvato le due proposte di legge di iniziativa popolare su DEMOCRAZIA e TRASPORTI che abbiamo proposto quest’estate con il sostegno di 7500 cittadini.

Un RISULTATO STORICO che riavvicina le istituzioni ai cittadini e apre un nuovo scenario di partecipazione e di buona politica su due temi cruciali per lo sviluppo della nostra comunità.

La legge sulla DEMOCRAZIA modifica la natura del quorum di partecipanti al voto referendario necessario alla validità della consultazione portandolo al 50% dei votanti alle ultime elezioni regionali. Un principio importante che qualificherà le prossime eventuali iniziative restituendo alle consultazioni popolari un corretto confronto tra favorevoli e contrari.

La legge sui TRASPORTI definisce, finalmente, le modalità e le priorità strategiche di un vero e proprio programma di sviluppo del sistema della mobilità valdostana che, superando le infinite discussioni di questi anni, costruisca le condizioni per elettrificare la linea Aosta – Ivrea, raddoppiare selettivamente i binari e quindi velocizzare il trasporto, riattivare e potenziare la linea e il servizio ferroviario sulla direttrice Aosta – Pré-Saint-Didier, ecc. Il tutto con la concretezza di un piano finanziario che, definendo le priorità, individui anche gli investimenti regionali, nazionali e europei per la loro realizzazione.

Si inverte così la logica con la quale affrontare il tema della mobilità in Valle d’Aosta: dal “non si può fare” a “si deve fare e si lavora per questo obiettivo”.

Entro Giugno 2017 la Giunta Regionale dovrà presentare al Consiglio il “Programma strategico di interventi”.

Con questo risultato la Valle dAosta è, oggi, un po’ più moderna.

Un grazie va al Consiglio Regionale che ha accolto le nostre proposte.

“7500 grazie” vanno a tutti i cittadini che hanno sottoscritto le nostre proposte, ai volontari che hanno raccolto le firme e alle forze politiche, economiche, sindacali e della società civile che hanno dato vita al comitato VdARiparte e creduto, fin dall’inizio, a questa iniziativa.

ORA INIZIA UNA FASE ALTRETTANTO IMPORTANTE!

Affinché la norma si traduca in realtà e in risultati visibili per i cittadini occorrono scelte e azioni precise a partire dalla prossima legge di bilancio regionale.

 

QUALE FUTURO PER IL CORPO FORESTALE VALDOSTANO? LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE E AL CONSIGLIO REGIONALE

Processionaria

Pubblichiamo integralmente la lettera che abbiamo inviato in forma ufficiale al Presidente della Giunta Regionale e a tutti gli Assessori e i Consiglieri il 22 novembre scorso. Il destino del Corpo Forestale Valdostano è importante per la tutela del nostro ambiente!
Quale futuro per il Corpo Forestale Regionale?
Chi garantirà controllo e tutela in materia ambientale in Valle d’Aosta?
Con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo del 19 agosto 2016 n.177, recante disposizioni in materia di razionalizzazione delle funzioni di polizia, sono entrate in vigore le disposizioni che regolano l’assorbimento del Corpo Forestale dello Stato, essenzialmente, nell’Arma dei Carabinieri.
Per quanto riguarda le regioni e province autonome una “clausola di salvaguardia” inserita nella Legge Delega (7/8/2015 n.124) dispone che: “Nei territori delle regioni a statuto speciale e delle province
autonome di Trento e di Bolzano restano ferme tutte le attribuzioni spettanti ai rispettivi Corpi forestali regionali e provinciali, anche con riferimento alle funzioni di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria, secondo la disciplina vigente in materia e salve le diverse determinazioni organizzative, da assumere con norme di attuazione degli statuti speciali, che comunque garantiscano il coordinamento in sede nazionale delle funzioni di polizia di tutela dell’ambiente, del territorio e del mare, nonché la sicurezza e i controlli nel settore agroalimentare”.
Il Corpo Forestale Regionale della Valle d’Aosta è dunque fatto salvo e continuerà ad esistere, con il compito di garantire le funzioni di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria in tema di tutela dell’ambiente e del territorio e di sicurezza e controlli nel settore agro-alimentare, in coordinamento con i corrispondenti organi nazionali.
Le modalità operative con cui il Corpo Forestale Regionale potrà svolgere tali compiti sono da stabilire e saranno individuati in sede di conferenza fra lo Stato e le Regioni.

Allo stato attuale, fatte salve alcune generiche rassicurazioni, non è dato sapere come verrà garantito il passaggio dei compiti e quali intendimenti hanno in proposito gli amministratori e i politici regionali, in particolare coloro che dovranno confrontarsi con lo Stato.
Dal momento che siamo preoccupati di sapere chi e come dovrà garantire in Valle d’Aosta la tutela ambientale e che auspichiamo che la Regione non rimanga isolata e goda degli stessi strumenti e opportunità del resto del territorio nazionale, ci permettiamo di fare una riflessione in proposito e di avanzare qualche proposta.
Dal momento che nelle regioni a statuto speciale restano in funzione i corpi forestali regionali, con i compiti di controllo e di tutela che a livello nazionale vengono garantiti dall’Arma dei Carabinieri, si
possono fare due ipotesi:
a)Il corpo forestale regionale assume tutti i compiti di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria in materia di tutela dell’ambiente e del territorio e in materia di sicurezza e controlli nel settore
agroalimentare, sostituendo, a livello regionale, l’arma dei Carabinieri, con i quali dovrà però coordinarsi a livello nazionale;
b)l’arma dei Carabinieri avrà comunque un nucleo operativo a livello regionale e i compiti suddetti andranno ripartiti con il corpo forestale, o comunque coordinati fra i due enti.
Le funzioni in materia di tutela e controllo dell’ambiente e delle norme agroalimentari attribuite all’arma dei Carabinieri si intrecciano e sovrappongono in parte con le funzioni delegate al
Corpo Forestale Regionale, quindi si rendono necessarie delle scelte di fondo.
Nell’ ipotesi indicata al primo punto, è necessario che il Corpo Forestale Regionale diventi a tutti gli effetti un corpo di polizia e possa svolgerne i compiti in collegamento con le forze di Polizia
nazionali condividendone gli strumenti, (a partire dalla possibilità di accedere alle banche dati nazionali – l’archivio SDI ovvero il patrimonio informativo degli Schedari Informatici e le banche dati
del SISTRI). Ne consegue inoltre l’esigenza di modifiche dello status del CFR sul piano della formazione, dell’inquadramento giuridico, dell’autorità a cui deve rispondere (attualmente i regionali sono inquadrati contrattualmente in modo diverso rispetto ai colleghi delle forze di polizia a carattere nazionale), in modo da poter essere riconosciuti a pieno titolo come forze di polizia
(nell’ambito della Legge 121/81).
Nell’altra ipotesi è necessario che vengano ridefiniti i compiti dell’attuale CFR, nel senso di un ridimensionamento delle competenze che passerebbero all’Arma dei Carabinieri. In questo caso è auspicabile che gli operatori e le competenze maturate a livello locale siano salvaguardati e possano transitare nelle corrispondenti forze di polizia; i decreti legislativi che andranno a normare i corpi forestali regionali per ogni regione e provincia autonoma (per espressa previsione della legge
124/2015) dovrebbero prevedere una finestra tale da permettere esclusivamente al personale interessato, entro una scadenza determinata, di trasmigrare nell’Arma dei Carabinieri con tutte le
prerogative e le attribuzioni anche economiche e normative per essi fissate dalla norma.
Sarebbe inoltre necessario che l’organico di questo nuovo corpo venisse nel complesso potenziato e adeguatamente formato.
Nel primo caso andrebbe riformata da capo a piedi la L.R. 12/2002 sul CF VdA a partire dalla governance. Il Comandante dovrebbe avere precisi requisiti ed una competenza specifica in materie
giuridiche (laurea in giurisprudenza o scienze strategiche) e comunque provenire dal comparto sicurezza (ex ufficiale proveniente da altre forze di polizia).
Nel secondo caso sarebbe doveroso prevedere la possibilità, a domanda, di transitare nei CC a chi voglia mettersi a disposizione, per non disperdere un patrimonio di esperienze accumulate e di studi e raccolte dati effettuati.
Che si scelga l’una o l’altra strada, è importante creare le condizioni perché vengano svolte nel migliore dei modi le funzioni di tutela e controllo del territorio e della sicurezza alimentare, evitando delle duplicazioni o sovrapposizioni fra il corpo forestale e quello dei Carabinieri.
In effetti, le regioni a statuto speciale e le province autonome, tutte interessate dalla “sopravvivenza” dei corpi forestali locali, sono caratterizzate da un’elevata biodiversità, da una spiccata naturalità, da una abbondante presenza di zone ed ambiti protetti e di particolare pregio ambientale e, in parte, sono caratterizzate dalla presenza di più frontiere con l’estero. Per queste ragioni non parrebbe affatto illogico garantire un surplus di tutela che potrebbe essere garantito compiutamente da un potenziamento reale e da un effettivo riconoscimento in dignità professionale di tali corpi forestali e non solo dal mero mantenimento in vita, magari con organici destinati, complice la diminuzione delle
risorse economiche pubbliche causata dalla crisi, ad essere mantenuti fino all’esaurimento delle risorse umane o, peggio, ad essere reimpiegati in altri compiti meno gratificanti.

FESTA DELL’ALBERO 2016 : DIFENDIAMO IL VERDE URBANO, SALVIAMO IL SUOLO DALLA CEMENTIFICAZIONE!

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Torna anche quest’anno, il 20 e 21 novembre prossimi, la Festa dell’Albero, che vede in tutta Italia la mobilitazione di cittadini ed associazioni, amministrazioni e scuole.

Gli alberi, i nostri amici più preziosi in natura, ci proteggono dall’inquinamento atmosferico e acustico, contribuiscono a mitigare gli effetti dei mutamenti climatici, riducono il pericolo di frane e smottamenti. Rendono unici i nostri paesaggi, ci regalano ombra, frutti, legno.

Gli alberi, ogni giorno, ci stringono in un abbraccio ideale che vogliamo ricambiare tutelandoli dalla pericolosa e incessante avanzata del cemento. In particolare dedichiamo l’edizione 2016 della Festa dell’Albero al fenomeno preoccupante del consumo di suolo. Ogni anno in Europa vengono inghiottiti dal cemento 1000 chilometri quadrati di suolo nell’assenza totale di norme condivise che lo difendano. Per questo quasi 400 associazioni in tutta Europa tra cui Legambiente, insieme ai cittadini, si sono mobilitati per chiedere all’UE norme specifiche per tutelare il suolo, bene essenziale alla vita, come l’acqua e l’aria.

Il Circolo valdostano di Legambiente sarà presente domenica 20 novembre in Place des Franchises dalle ore 15 alle ore 18 con un banchetto informativo che, oltre a proseguire la raccolta delle firme nell’ambito della campagna People4soil (www.salvailsuolo.it), iniziata domenica scorsa nel corso del Green Day con la sottoscrizione, tra gli altri, di Luca Mercalli, offrirà spunti di riflessione e discussione sullo stato delle alberate e delle aree verdi di Aosta.

Vogliamo invitare i cittadini a riflettere sull’importanza di questi temi, a partire dalla nostra realtà urbana. Presenteremo alcune situazioni che necessitano di intervento urgente e apriremo, con questo primo momento pubblico, una riflessione, che speriamo sarà condivisa da chi ci amministra, sull’urgenza di sperimentare nuove forme di gestione del verde cittadino, a partire da esperienze virtuose già in atto in altre città.

A questo scopo, Legambiente Valle d’Aosta annuncia l’impegno di organizzare un convegno in primavera sui temi del verde pubblico, delle piante, dell’ambiente cittadino vivibile.

PRELIEVI ILLECITI PROFITTI PER POCHI, DANNI PER TUTTI

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Alla luce del dibattito, svoltosi nei giorni scorsi in Consiglio Regionale, a proposito dello sforamento nei prelievi dell’acqua dai torrenti a scopo idroelettrico, Legambiente esprime la propria preoccupazione e quella dei valdostani circa una vicenda che da tempo penalizza la nostra regione del punto di vista ambientale e dal punto di vista economico.

Preso atto che gli impianti di sfruttamento delle acque ad uso idroelettrico sono superiori a 300 e riguardano, almeno in parte, tutti i corsi d’acqua della regione, e che sono in corso 63 contenziosi per il mancato rispetto del deflusso minimo vitale e per il superamento delle portate medie annue, risulta evidente l’entità del danno ambientale che è stato cagionato ai nostri fiumi e torrenti, e quindi al territorio in generale.

Allo stesso tempo rileviamo il danno economico che subiscono i valdostani, i quali oltretutto contribuiscono, tramite il pagamento delle bollette, all’arricchimento illecito di imprese così poco scrupolose.

Ricordiamo che le sanzioni, comminate ai sensi delle normative vigenti (che risalgono al 1933) a coloro che non hanno rispettato quanto stabilito dai disciplinari di concessione di derivazione, sono di una entità risibile in confronto ai profitti realizzati dagli stessi soggetti grazie agli incentivi verdi.

Chiediamo che la normativa regionale sulle sanzioni, che l’assessore Baccega annuncia di prossima emanazione, tenga in debito conto l’interesse dei valdostani e non vada ancora una volta a premiare coloro che sfruttano, anche in modo illecito, le nostre risorse per il proprio profitto.