Il 24 marzo scorso il Circolo Legambiente Valle d’Aosta e la Federazione italiana Pro Natura hanno inviato una lettera all’Assessore all’gricoltura e risorse naturali ed al dirigente competente per la gestione venatoria, nella quale chiedono di destinare l’evidente avanzo di cassa del 2016 del Comitato di Gestione Venatoria (circa 125.000 euro) al Parco del Mont Avic, il cui bilancio registra da anni una situazione di sofferenza.
Nella lettera si sottolinea che, a fronte della crisi economica nazionale, che coinvolge pesantemente anche la nostra regione, “le minori disponibilità hanno comportato e comportano, come è noto, difficoltà nella gestione delle aree protette, in particolare del Parco del Mont Avic, che pur riducendo le proprie attività scientifiche, è riuscito comunque a non venir meno ad uno dei suoi scopi prioritari: la partecipazione, anche in sinergia con altre realtà, ad attività di studio della biodiversità alpina.” In questa situazione, prosegue la comunicazione, “è difficilmente accettabile, come abbiamo già più volte evidenziato, che l’attività venatoria – un hobby che coinvolge una piccola parte dei cittadini – pesi ancora in massima parte sul bilancio dell’Assessorato Agricoltura e Risorse naturali, cioè sulla collettività; l’Ente pubblico, addirittura, stanzia somme che risultano fin eccessive per la gestione venatoria stessa!” Da queste considerazioni avanziamo, oltre alla suddetta richiesta, una proposta più ampia, volta a ridefinire le risorse a disposizione del Comitato per la Gestione Venatoria. Rinnoviamo infatti la richiesta, già avanzata durante la discussione sulla nuova Legge Regionale sulla caccia, di rivedere la generosa dotazione di fondi destinati al Comitato di gestione venatoria, abolendo il ristorno del 40% dell’importo della tassa di concessione regionale e ribadendo il principio della destinazione di eventuali avanzi di cassa a obiettivi di studio e rafforzamento del personale forestale attivo, nonché al sostegno del sistema delle aree protette regionali e della Rete Natura 2000 in Valle d’Aosta.” Allo stesso scopo, proponiamo anche l’introduzione di un piccolo contributo a carico dei cacciatori per ogni singolo capo abbattuto, come già avviene in altre regioni italiane. Ci auguriamo che queste proposte di puro buonsenso vengano adottate, anche a tutela delle attività di cura e indagine scientifica sul nostro patrimonio faunistico e naturalistico.
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